Carige e rottura Fitd-Ccb, cosa accadrà?

Sembra essere destino per Banca Carige quello di non trovare mai pace: cosa accadrà in seguito alla rottura del rapporto tra Ccb e Fitd?  E’ questo quello che si chiedono coloro che da tempo osservano i movimenti che negli anni si sono avvicendati nel tentativo di salvare l’istituto ligure da un triste destino.

Carige banca sana in cerca di partner

Ccb appare aver deciso di fare un passo indietro: Cassa Centrale Banca possiede l’8,3% di Carige, ma non è più intenzionata, complice anche la pandemia di Coronavirus, a sfruttare l’opzione che le consentirebbe di acquistare le opzioni in mano al Fondo Interbancario, che ne è proprietario al momento. Una scelta che non sembra aver scosso più di tanto Fitd che avrebbe in questo modo la possibilità di cercare un nuovo acquirente per la Banca. La situazione è la seguente: sebbene vi sia tempo per concludere un accordo tra Ccb e il Fondo, la Banca Centrale Europea spinge affinché la holding trentina che riunisce sotto il suo ombrello 77 istituti di credito cooperativo, prenda una decisione entro la fine di questo mese. La ragione è semplice: prolungare i tempi decisionali in un contesto come quello pandemico potrebbe portare il risultato a risentire dell’indecisione gemerle del settore.

Secondo i bene informati Ccb sarebbe pronta a lasciare libero il campo per dare modo al Fondo di trovare un altro partner interessato all’acquisizione di Banca Carige.  A febbraio dello scorso anno la situazione era ben diversa: i tredici mesi di commissariamento di Carige sembravano un ricordo nel momento in cui l’istituto aveva ricominciato con la sua attività ordinaria e un patrimonio rafforzato sia da un prestito di 200 milioni, sia da un aumento di capitale da 700 milioni di euro.

L’aumento era stato sottoscritto proprio da Fidt, il fondo composto dalle banche italiane, per il 90% delle quote con un investimento da 600 milioni e e Ccb con l’acquisizione dell’8,3%. In base agli accordi presi quest’ultima sarebbe subentrata a Fitd acquistando le sue azioni con un forte sconto, così da pagare la banca poco più di 300 milioni di euro.

Cosa è successo ultimamente

Cosa è successo nell’ultimo anno? Ccb ha di certo cambiato musica rispetto agli accordi presi in passato: sembrerebbe intenzionata a subentrare al posto di Fidt solo pagando Banca Carige al prezzo simbolico di un euro richiedendo anche 500 milioni per governare la fusione. Una proposta inaccettabile visto che Carige non ha bisogno di nuovo capitale, si è quasi del tutto liberata dai crediti deteriorati passando dai 7,3 miliardi iniziali a 500 milioni e nonostante il Covid ha mantenuto gli impegni.

Si parla quindi di una banca sana che non è a rischio liquidazione e che può permettersi di cercare un acquirente degno di questo nome che, per imposizione della BCE, dovrà essere di tipo bancario.

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