Carige salva, ecco come è andata

Il salvataggio di Banca Carige è andato a buon fine: l’assemblea degli azionisti  ha infatti approvato la proposta di aumento di capitale per 700 milioni di euro. Punto di forza dell’intera operazione? L’assenza al momento del voto della famiglia Malacalza.

 

Gruppo Malacalza assente ad assemblea Carige

Una mancanza che si è trasformata in un colpo di fortuna per coloro che hanno lavorato e sostenuto la soluzione proposta dal Fondo Interbacario e Cassa Centrale Banca che darà modo alla stessa, entro un paio di anni grazie all’investimento effettuato, di prenderne il controllo. Non dobbiamo dimenticare che alla vigilia dell’assemblea la preoccupazione dei commissari e di coloro interessati al salvataggio era proprio la posizione che la famiglia Malacalza, con il suo 27,55% avrebbe preso: un suo no infatti si sarebbe potuto tramutare nell’affondo del piano e nella perdita di denaro per molte persone. In realtà va detto che il capofamiglia Vittorio Malacalza era presente ed ha assistito a quasi tutti i lavori dell’assemblea, ma lo ha fatto a titolo personale con il suo 0,3 % e quindi come piccolo azionista. Non è rimasto però presente alla votazione, abbandonando verso la fine degli interventi dei soci. Il risultato finale? Un’approvazione ottenuta a grande maggioranza per una soluzione di mercato fortemente voluta dalla BCE.

Cosa succederà ora in Carige

Ora che il salvataggio è avvenuto tutti possono tirare un sospiro di sollievo per ciò che riguarda la sopravvivenza della banca: arriva però il tempo di porsi qualche domanda. Prima di tutto cosa farà ora la famiglia Malacalza? Come verrà gestita a breve termine la governance? Per il momento quello che si sa è che molti posti di lavoro sono stati salvati e che Cassa Centrale Banca farà parte del cda che sarà a 7. Ma per il resto? E’ impossibile negare che per quanto complessa sia stata questa prima fase in tempistiche ed organizzazione, altrettanto lo sarà quella che si è appena aperta con il via libera ottenuto qualche giorno fa.  Ora infatti bisogna aspettare che il Fondo Interbancario venga autorizzato dalla Banca Centrale Europea a salire oltre il 10% delle azioni di Carige al fine di far partire l’aumento di capitale.

Ovviamente una volta avvenuta la ricapitalizzazione cambierà anche l’assetto azionario che porterà ad una diluizione delle vecchie quote dei soci ed alla necessità di verificare i conti bancari: è importante non dimenticare che Banca Carige chiuderà il 2019 con oltre 700 milioni di debito  e che si dovrà provvedere a ciò che si è costruito finora come la cessione dei crediti deteriorati alla Amco e la gestione del personale.

Lascia un commento