Carte di credito, è crisi

C’è crisi per quanto concerne il mercato delle carte di credito. Gli italiani non hanno molta fiducia nel sistema dei pagamenti digitali.

Nonostante ciò qualche piccolo step in avanti, malgrado i costi non sempre bassi e non sempre trasparenti, lo hanno pur fatto, anche se i cambiamenti si verificano con la consapevolezza della crisi, che non abbandona le abitudini finanziarie e di consumo degli italiani: così, se si registra un incremento delle transazioni con le carte di credito, si riduce di gran lunga il numero delle stesse carte di credito e scende anche l’importo medio annuo pagato con sistemi diversi dal contante.

Questo il parere degli esperti, che si chiedono come mai i consumi sono ridotti e provano a trovare soluzioni:

Partiamo dagli aspetti positivi: l’Osservatorio sulle Carte di Credito di Assofin-Crif-Gfk Eurisko ha appena presentato i risultati della sua ricerca giunta alla dodicesima edizione, che vede aumentare le transazioni con le carte di credito del 9,3% nel 2013, dopo il forte calo del 2012. In pratica, siamo tornati ai livelli del 2010. Ma in compenso ci sono meno carte di credito in circolazione (-3,2%) rispetto ad un anno prima; effetto – ragionevolmente – del taglio delle spese da parte dei risparmiatori, in termini di canone e degli altri ammennicoli connessi con la moneta plastificata, che li ha portati a limitare il possesso delle carte a quelle davvero utilizzate (e tagliando le altre). Né fa sostanzialmente grandi passi avanti il tasso di utilizzo delle carte di credito: il 47,7% nel 2013 rispetto al 47,6% dell’anno prima: evidentemente la lotta al contante, anche in funzione anti-evasione e tracciabilità dei pagamenti, auspicato dalla direttrice dell’Agenzia delle Entrate.

 

 

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