Natale 2012 con buoni risultati per l’alimentare

 Sarà (anche) merito del cenone, ma l’alimentare italiano ha potuto cogliere le occasioni aperte dalle festività di fine anno per migliorare lievemente i propri bilanci di un anno di difficoltà. Secondo quanto afferma la Coldiretti, infatti, nonostante l’incremento delle criticità locali e internazionali, a crescere sarebbe stata anche la domanda di prodotti tipici delle tavole made in Italy, con un apprezzamento dell’export di spumante e panettoni stabilmente in doppia cifra, e superiore al 3% anche per vini, pasta e formaggi.

Molto positiva anche la prestazione del pesce, che ha generato un buisness da quasi un miliardo di euro per la sola parte finale dell’anno, con il giorno della vigilia che avrebbe rappresentato il picco dei consumi.

Proprio a tal fine il Ministero aveva cercato di agevolare le attività di pesca consentendo le operazioni anche il sabato e la domenica, e fornendo così agli italiani la possibilità di avere – sempre e comunque – del pesce fresco sulle tavole. “Il provvedimento disposto dal Ministero” – informava in proposito una nota di Coldiretti – “varrà anche per il fine di settimana che precede il Capodanno” (vedi anche Il Codici analizza i costi di Halloween).

Più negative sono invece le considerazioni del business dei regali, con il Codacons ha ha definito “una vera e propria debacle, visto che gli italiani hanno enormemente ridotto le spese relative alle festività, soprattutto per quanto riguarda i regali”. Le diminuzioni degli acquisti dovrebbero essersi aggirati tra il 15 e il 20 per cento, con settori in grado di evidenziare performance davvero disastrose, come quelli dell’abbigliamento e delle calzature, dei viaggi e dell’arredamento casa. A tenere meglio il ritmo, come era ampiamente atteso, il business legato ai prodotti dell’informatica e dell‘hi-tech, e agli intramontabili giocattoli.

Le uniche soddisfazioni per i produttori italiani sembrano invece provenire dall’estero, con una domanda straniera in grado di controbilanciare – almeno parzialmente – quella locale (vedi anche Il crollo degli acquisti di frutta e verdura).

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