Gli azionisti Telecom valuteranno l’aumento di capitale di Telco

 I principali azionisti di Telecom Italia sono destinati a incontrarsi proprio nel corso di questa settimana per discutere dell’aumento di capitale che andrà a riguardare Telco spa: l’iniziativa si riferisce al gruppo di investitori che detiene circa il 22% della compagnia telefonica, da sempre interessata alla holding italo-spagnola. I dirigenti di Generali, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Telefonica dovrebbero dunque ritrovarsi tutti riuniti il prossimo 3 maggio, in modo da approfondire la proposta in questione. Volendo essere più precisi, la dimensione effettiva della ricapitalizzazione di cui si sta parlando dipenderà dai prestiti di cui la stessa Telco avrà bisogno per rifinanziarsi nei prossimi mesi. Gli investitori di Telco hanno trovato l’accordo decisivo a febbraio, vale a dire quello utile per rinnovare la loro intesa azionaria almeno fino al 2015.

Il titolo in questione viene ora valutato a 1,50 euro, mentre Telecom sta veleggiano a livelli decisamente inferiori a quello appena menzionato da quasi quattro anni a questa parte. Per ora, comunque, nessuna delle parti interessate e coinvolte ha voluto commentare tutte queste indiscrezioni. Intanto, la compagnia milanese ha ceduto ben 1,3 punti percentuali a Piazza Affari, attestandosi a quota 89,5 centesimi, con una valutazione complessiva della società che sfiora i sedici miliardi di euro (la perdita netta che è stata conseguita nel 2011 è stata pari a 4,73 miliardi di euro).

Per quel che concerne Telefonica, poi, occorre sottolineare come il titolo del colosso iberico sia sceso di 2,7 punti percentuali a Madrid. Telco deve far fronte a oltre due miliardi di euro di prestiti bancari che giungeranno a scadenza proprio nel corso del 2012, con una tranche piuttosto sostanziosa (1,3 miliardi per la precisione) che scadrà a maggio. Seicento milioni di euro di tale debito, inoltre, è detenuto da Telefonica. Un’altra opzione senza dubbio interessante è quella che prevede la vendita di nuovi titoli obbligazionari, ma saranno gli stessi azionisti a considerarla a breve.

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