Inchiesta S&P: rinvio a giudizio per 5 persone

 Secondo quanto sta riportando Rai News, la Procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio per 7 persone, 5 responsabili dell’agenzia Standard & Poor’s e 2 responsabili dell’Agenzia Fitch, mentre è stata avanzata richiesta di archiviazione per i restanti 2 responsabili dell’Agenzia di rating Moody’s. Viene pertanto conclusa dopo un biennio l’indagine preliminare della Procura di Trani sulle presunte condotte illecite da parte dei responsabili delle principali tre agenzie di rating al mondo.

È sempre il sito Rai News a ricordarci il perché la Procura decise di avviare le indagini. “L’inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dal sostituto procuratore Michele Ruggiero, riguardava il cosiddetto “market abuse” – segnala la Rai – “Dopo aver provveduto a notificare nei mesi scorsi gli avvisi di conclusione indagini a 9 persone, prevalentemente di nazionalità estera, per le ipotesi di reato di manipolazione del mercato e aggiotaggio, con le aggravanti del danno patrimoniale di rilevante gravità, la Procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio per 7 di loro e l’archiviazione per i restanti. L’inchiesta della Procura di Trani era stata avviata dopo gli esposti dei legali rappresentanti delle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori nei confronti di analisti finanziari della Standard & Poor’s in relazione agli attacchi speculativi al mercato finanziario italiano conseguenti alla diffusione, a mercati aperti, di una “nota”, da parte della citata agenzia di rating, con la quale si criticava la manovra finanziaria del governo italiano, prima della sua pubblicazione ufficiale”.

Al termine del biennio di indagini, i 5 dirigenti di Standard & Poor’s per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio “hanno fornito intenzionalmente ai mercati finanziari ”una informazione tendenziosa e distorta”, e come tale anche ”falsata”, in merito alla ”affidabilità creditizia italiana e alle iniziative di risanamento e rilancio economico adottate dal governo italiano”. Tutto cio’ sarebbe avvenuto in modo da ”disincentivare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, cosi’, il loro valore”’.

Qui S&P minacciava di tagliare il rating italiano

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