BMW stringe alleanza con Toyota

 Le due case costruttrici, la tedesca BMW e la  giapponese Toyota, hanno stretto un alleanza strategica di grande entità. Si collaborerà in particolare nei veicoli ibridi ed elettrici e al lancio di una macchina sportiva comune. Questo accordo segna la fine degli sforzi di BMW per sviluppare la cooperazione con General Motors da un lato e PSA Peugeot Citroën dall’altra. La partnership potrebbe consentire a Toyota e aBMW di rafforzare la loro posizione rispetto a Volkswagen, il principale produttore europeo che punta alla leadership mondiale, e il cui marchio Audi marchio ha tutte le carte in regole per strappare a BMW il primato nel segmento premium in Europa.

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Forte crescita vendite Toyota negli USA

 Le vendite di Toyota Motor negli Stati Uniti stanno divenendo nuovamente molto imponenti. Sebbene di scarsa significatività, rispetto a un anno fa lo sviluppo percentuale delle vendite è infatti davvero straordinario: all’epoca, tuttavia, il terremoto che si era abbattuto sull’arcipelago giapponese, e il conseguente tsunami e la crisi nucleare, aveva di fatto interrotto le linee produttive, generando serissimi pregiudizi alla tenuta dei conti societari.

Le vendite di veicoli leggeri nel corso del mese di maggio sono cresciute del 31 per cento a 1,39 milioni di unità. Le vendite di veicoli industriali sono cresciute a un volume annualizzato a quota 14,4 milioni di unità. Grazie al buon giro d’affari conseguito da Toyota Motor nel corso della primissima parte dell’anno, la quota di mercato di Toyota è cresciuto di quasi un punto percentuale negli Stati Uniti, consolidando la terza piazza dopo General Motors e Ford Motor.

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Toyota perde il primato auto: ora è ufficiale

 Mancava solo l’ufficialità, e l’ufficialità è arrivata. Toyota Motor perde il primato del mercato mondiale delle quattro ruote in favore di General Motors, con la compagnia giapponese che si vede scavalcata anche dall’europa Volkswagen, in una corsa che ha visto i protagonisti nipponici evidentemente penalizzati da quanto accaduto in conseguenza del terremoto dell’11 marzo 2011, che ha falcidiato la produzione degli impianti locali della società.

I numeri, d’altronde, lasciano ben poco spazio all’interpretazione. General Motors ha venduto oltre 9 milioni di autoveicoli nel corso del 2011, mentre Volkswagen, pur second leader di mercato, si è dovuta accontentare di piazzare sul mercato circa 8 milioni di unità. Circa 100 (forse 150) mila vetture in più di quanto riuscirà a fare Toyota stando all’attuale livello di prenotazioni per gli ultimissimi giorni del 2011 (una flessione che rispetto al 2010 è stata pari a 6 punti percentuali).

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Toyota lancia i nuovi obiettivi per il 2012

 Toyota Motor, uno dei big dell’automotive internazionale, ha dichiarato che le vendite dei propri veicoli dovrebbero tornare ai massimi livelli dell’ultimo decennio nel corso del 2012: la compagnia giapponese auspica infatti di poter tornare agli ordinari livelli di produzione dopo il terribile dramma che colpì il Paese a marzo 2011 (quando un terremoto e uno tsunami bloccarono per settimane la produttività della compagine) e dopo le più recenti alluvioni che hanno coinvolto i propri impianti thailandesi.

Il produttore giapponese sostiene in proposito che le proprie vendite di auto dovrebbero crescere del 20% nel corso del 2012, per un totale assoluto pari a 8,48 milioni di unità, contro i 7,05 milioni di unità stimate nel 2011. La stima – diffusa pubblicamente da un comunicato di poche ore fa – esclude le vendite della Hino Motors e della Daihatsu Motor, due divisioni del gruppo giapponese.

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Toyota taglia stime annuali del 54%

 Toyota, l’ex leader mondiale del settore auto, ma ancora numero 1 nel Continente Asiatico, ha affermato che i propri profitti annui saranno inferiori del 54% rispetto a quanto in precedenza previsto, a causa del disastro naturale che ha coinvolto la Thailandia, irrompendo come elemento fortemente negativo nel flusso di produttività che la compagnia ha dovuto rimodulare nel corso delle settimane e dei mesi, e già messo a durissima prova dal tentativo di recuperare il terreno perso in seguito all’altro disastro naturale (il terremoto, e il successivo tsunami) che colpì l’arcipelago nipponico a marzo.

Ora, a causa delle alluvioni che hanno colpito la Thailandia, Toyota si trova costretta ad affrontare una carenza di componenti e di materie prime senza precedenti, che potrebbe condurre la compagnia giapponese a conseguire profitti in misura inferiore di 120 miliardi di yen (circa 1,55 miliardi di dollari) rispetto agli auspici iniziali.

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Mercato auto, primo “rimbalzo” statunitense

 Toyota, Nissan, Hyundai e Kia, alcune delle principali società auto dell’Asia, hanno dichiarato di aver ripreso a consegnare le proprie autovetture nel mercato nordamericano in maniera quantitativamente più rilevante rispetto a quanto precedentemente effettuato, e rispetto a quanto previsto dalla maggioranza degli analisti locali e internazionali. La decisione, sottolineano le compagnie, è derivante dall’incremento della domanda di settore, giunta ai massimi livelli dell’anno.

Le vendite di Toyota sono così aumentate di 6,7 punti percentuali nel mese di novembre 2011 rispetto al mese di novembre dell’anno precedente, per il primo incremento degli ultimi sette mesi. Nissan ha invece ottenuto un incremento delle vendite pari a ben 19 punti percentuali, mentre Kia e Hyundai hanno ottenuto un aumento combinato pari a 29 punti percentuali. Negativo è invece il trend di Honda, le cui vendite subiscono un calo di 6,7 punti percentuali.

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Toyota, recupero della produzione posticipato al 2012

 Il progetto di Toyota, uno dei leader mondiali nella produzione di autoveicoli, di recuperare i livelli produttivi persi nel corso dei mesi successivi alla devastazione dello tsunami abbattutosi sul Giappone, sarà ritardato al primo o al secondo trimestre del 2012. La causa di quanto sopra, secondo i giornalisti locali, non sarebbe da attribuirsi a stime errate da parte della casa madre, quando a un nuovo evento straordinario (le alluvioni in Thailandia) che ha rovinato i progetti della società giapponese.

Toyota, che è il principale produttore auto di tutta l’Asia, ha infatti dovuto fronteggiare la seconda grande emergenza naturale dell’anno: dopo il dramma riscontrato nel corso del mese di marzo, quando lo tsunami costrinse gli impianti locali alla serrata, è ora la volta delle unità produttive della Thailandia, la cui interruzione sta provocando conseguenze consecutive nelle varie fasi successive della catena di montaggio aziendale.

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