Del Vecchio deluso di Goldman Sachs?

 Leonardo Del Vecchio – patron di Luxottica – non avrebbe gradito l’esito della vendita di parte della propria quota nella società leader dell’occhialeria mondiale attraverso la Delfin. A sostenerlo è un articolo – indiscrezione di Milano Finanza, secondo cui Del Vecchio sarebbe particolarmente arrabbiato con Goldman Sachs per i risultati (evidentemente, deludenti) dell’accelerated bookbuilding offering, la vendita delle partecipazioni messe in palio, mediante un’asta riservata ai soli investitori istituzionali. Ma quali sono le motivazioni di tale delusione?

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Goldman Sachs graziata ma resta nel mirino

 Goldman Sachs non sarà perseguita per atti “criminali” sui prodotti ipotecari subprime. Il senatore Carl Levin aveva chiesto a questo proposito un’indagine penale nei confronti di Goldman, dopo aver indagato sulle cause della crisi finanziaria del 2008 e passato al setaccio le transazione dell banca. Come forse ci si poteva aspettare, il Dipartimento di giustizia, con le altre agenzie, non muoverà accuse contro il colosso di New York, e nemmeno contro i suoi dipendenti. Goldman Sachs si è detta ovviamente sollevata.

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Goldman Sachs fa i conti con la crisi

 La banca d’investimento americana Goldman Sachs ha registrato profitti in calo del 12% su base annua nel secondo trimestre: l’utile netto del gruppo si è attestato a 927 milioni di dollari, contro 1,05 miliardi di dollari dello stesso periodo dello scorso anno. La differenza rispetto al primo trimestre, è ancora più netta, e metta in evidenza una contrazione del 55%.

L’utile per azione si è attestato a 1,78 dollari,  in calo del 7% su base annua, ma si tratta di un risultato comunque al di sopra delle attese degli analisti, la cui stima, in media, era di 1,17 dollari. Anche il fatturato accusa una flessione, a causa di un rallentamento delle attività dei clienti del gruppo, ma ugualmente al di sopra delle aspettative di Wall Street. Il volume d’affari è diminuito del 9% anno su base annua tra aprile e giugno, toccando quota 6,63 miliardi, contro i 6,28 miliardi attesi dagli analisti.

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Fisco in soccorso di Goldman Sachs

 Goldman Sachs ha chiuso lo scorso anno con utile netto pari a 4 miliardi di sterline, a fronte dei quali sono stati versati 4 milioni di tasse. Una proporzione irrisoria rispetto alla redditività generata dai business di Goldman Sachs, che tuttavia cela una situazione perfettamente legittima e regolare, visto e considerato che alcune norme dell’ordinamento fiscale inglese permetterebbero alla filiale britannica della banca d’affari di poter differire oltre il 99% dell’imposta dovuta. Una evoluzione criticatissima dai labour, che l’hanno definita “moralmente ed eticamente sbagliata”.

Ma andiamo con ordine: Goldman Sachs International gestisce alcuni uffici a Londra dove lavorano quasi 6 mila persone. Nel 2011, per l’utile maturato in territorio di Sua Maestà, la banca dovrebbe pagare più di 420 milioni di sterline di imposte. Tuttavia, ha scelto di rinviare oltre il 99% dgli utili (418 milioni di sterline) al prossimo futuro, sfruttando una disposizione sancita dall’ordinamento fiscale britannico.

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Goldman Sachs: i vertici respingono le accuse

 Non è stato un fine settimana particolarmente agevole quello appena trascorso, per i vertici di Goldman Sachs. La motivazione è da ricollegarsi all’editoriale pubblicato sul New York Times qualche giorno fa, a firma di Greg Smith, un dirigente di medio livello che lavorava negli uffici londinesi della banca d’affari, e che ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni in contrasto con la cultura azienda preponderante nell’istituto.

Stando a quanto affermato da alcuni articoli pubblicati sul Financial Times, i vertici societari sarebbero fortemente preoccupati per l’articolo, che costituirebbe altresì una la punta dell’iceberg di un malumore latente nell’organizzazione aziendale, con la dirigenza sempre più contraria all’operato del gruppo dei top management, guidato dall’amministratore delegato Blankfein.

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Goldman Sachs al centro delle polemiche

 Un editoriale al veleno, quello comparso pochi giorni fa sul New York Times, rischia di lasciare strascichi altrettanto polemici tra i vertici di Goldman Sachs. Protagonista indiscusso della vicenda è Greg Smith, un dirigente di medio livello che lavorava negli uffici di Londra della banca d’investimenti americana, e che si è dimesso scrivendo un articolo sul quotidiano statunitense lanciando durissime accuse ai suoi superiori.

Diverse sono le risposte (pubbliche o silenziose) che Goldman Sachs ha avanzato per rispondere alle critiche mosse da Smith. In una nota sottoscritta da Lloyd Blankfein (amministratore delegato) e Gary Cohn (presidente del consiglio di amministrazione), i vertici hanno dichiarato che esamineranno le questioni chiamate in causa dalla denuncia di Smith, aggiungendo tuttavia che “in un’azienda delle nostre dimensioni, non è scioccante che qualcuno si lamenti, ma la sua opinione non rappresenta quella di una banca di oltre 30 mila persone”.

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Grecia, affare per Goldman Sachs

 Mentre la Grecia sta iniziando a respirare in seguito al successo dell’operazione di ristrutturazione del suo debito, un’inchiesta pubblicata da Bloomberg rivela un episodio cruciale del naufragio greco.

Queste rivelazioni sono state rese possibili dalle prime testimonianze pubbliche di due figure chiave della transazione che ha permesso alla Grecia di nascondere la verità sui propri conti pubblici, dissimulando la realtà sull’ampiezza dell’indebitamento del paese: si tratta di Christoforos Sardelis, responsabile della gestione del debito di Atene tra il 1999 e il 2004, e Spyros Papanicolaou, suo successore dal 2005 al 2010.

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Goldman Sachs, utili in calo ma meglio del previsto

 Come previsto, Goldman Sachs ha accusato nel quarto trimestre del 2011 un netto calo dei profitti. La grande banca d’affari americana, la prima per asset, ha pubblicato Mercoledì un utile netto di 978 milioni dollari, in calo del 56% rispetto all’anno precedente. Ma il calo dei profitti è stato minore rispetto a quanto temuto dagli analisti, che, nelle ultime settimane, avevano rivisto le loro previsioni nettamente al ribasso. L’utile per azione (EPS) risulta in effetti pari a 1,84 dollari, contro un consenso di $ 1,24.

Penalizzata dal contesto e dalle incertezze sui mercati, Goldman Sachs ha registrato una contrazione dei propri ricavi, precipitati a quota 6,05 miliardi, corrispondente ad  una flessione del 30%. Gli investitori stimavano un ammontare pari a 6,4 miliardi. Nel frattempo, la società di Wall Street ha nettamente e drammaticamente ridotto le proprie spese di funzionamento. I redditi dei lavoratori dipendenti sono diminuiti del 21% nel 2011. La retribuzione media è passata da 430.700 dollari annui, a fine 2010, a 367.057 dollari quest’anno. E il numero dei posti di lavoro è stato ridotto di 2400 unità.

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Goldman Sachs rivede al ribasso le stime del 2012

 Goldman Sachs, una delle principali banche americane per volume di affari, ha tagliato le proprie previsioni di crescita relative al 2012: il motivo è presto detto, il gruppo newyorkese deve fare inevitabilmente i conti con l’andamento alquanto incerto dell’euro nei confronti del dollaro, tanto che ora la valuta comunitaria viene scambiata a 1,45 dollari, mentre le stime precedenti a quella attuale dovevano basarsi su una quotazione di 1,48 dollari complessivi. La nona banca al mondo per quel che riguarda le riserve valutarie si attende inoltre altri scenari piuttosto precisi: in effetti, bisogna anche far fronte ai nuovi scambi commerciali e agli altri rapporti che la moneta verde sta instaurando con le principali divisioni internazionali.

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