Fiat “sgridata” dal ministro Passera

 Il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, si è detto “preoccupato” sulla situazione Fiat, poiché “mancano investimenti (…) Già essere una sottomarca della Chrysler sarebbe un buon risultato, ma il Lingotto sembra non essere determinato a uscire dalla perdita di peso in Europa del marchio con una politica di sviluppo” – ha poi aggiunto Passera, evidentemente piuttosto scettico sulle reali intenzioni dell’azienda torinese a superare la crisi con nuovi impieghi nel settore auto.

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Fiat in Canada, vendite in rialzo

 Il deterioramento delle condizioni del vecchio Continente porta Fiat a consolarsi con i risultati del Nord America, dove Chrysler Canada ha annunciato di aver conseguito il trentacinquesimo mese consecutivo di crescita delle vendite, il periodo piu’ lungo di aumenti della sua storia. Stando a quanto afferma una nota societaria, nel corso del mese di ottobre sarebbero stati venduti 17.504 veicoli contro 17.049 nello stesso mese nel 2011, con un incremento del 3 per cento. Ma vediamo nel dettaglio quali sono stati i risultati ottenuti dall’azienda.

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Futuro Chrysler secondo Marchionne

 Considerato che in Italia sta riscuotendo ben poco successo, con i volumi di vendita Fiat che continuano a precipitare, Sergio Marchionne cerca di risollevare le sorti del gruppo sbarcando nuovamente sul territorio statunitense. Dinanzi a una platea di 2.600 concessionari, riunitisi a Las Vegas in una convention di riferimento per le politiche operative della società, il manager ha dichiarato che “Chrysler è tornata più forte e più viva che mai. Non possiamo fermarci. Dobbiamo restare concentrati e impegnarci”. Discreto il gradimento ricevuto a margine dell’evento.

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Chrysler delude negli USA

 Chrysler, la società automobilistica ricondotta all’interno del gruppo Fiat, ha deluso gli osservatori del mercato statunitense. Secondo quanto affermato dal Wall Street Journal, infatti, le vendite della prima compatta prodotta dalla società negli ultimi sette anni (la “Dodge Dart”) sarebbero state ben più basse di quanto stimato. Un debutto che pertanto fornisce dei segnali estremamente negativi agli analisti internazionali, poiché l’eventuale successo del modello sarebbe corrisposto altresì al primo successo della visione di Marchionne di integrare Fiat nel partner americano.

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Volkswagen: con Fiat è guerra aperta

 Volkswagen vuole che Sergio Marchionne (Fiat) lasci la presidenza di turno dell’Associazione dei costruttori europei. L’italo-canadese ha duramente attaccato il gruppo tedesco, giudicando troppo aggressiva la politica commerciale dei prezzi praticata in Europa.

Non corre buon sangue tra Volkswagen e Fiat. Il produttore tedesco esorta il patron della casa automobilistica italiana a rinunciare alla carica di presidente dell’ACEA (Associazione europea costruttori di automobili). L’Azienda di Wolfsburg non ha affatto gradito l’uscita, forse poco diplomatica, di Sergio Marchionne, CEO di Fiat SpA. Secondo Volkswagen la presenza di Sergio Marchionne alla presidenza di Acea è “intollerabile” e pertanto ne ha chiesto le dimissioni.

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Mercato Auto USA torna competitivo

 Il salvataggio dell’industria automobilistica degli Stati Uniti, costato 85 miliardi di dollari di fondi pubblici e decine di migliaia di licenziamenti, ha scosso il paese, ma i produttori hanno recuperato la loro competitività.

Alla fine del 2008, le “Big Three” di Detroit, General Motors, Ford e Chrysler, si sono trovate in ginocchio, schiacciate dal peso dei debiti e dalla concorrenza, soprattutto asiatica, in ritardo sul fondamentale passaggio ad auto più economiche e di qualità, e vittima dell’impennata dei prezzi del carburante.

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Fiat vicina al 100% di Chrysler

 Fiat SpA aumenterà la sua quota in Chrysler Group LLC al 61,8 per cento, facendo un passo avanti verso una fusione completa con la casa automobilistica americana. Il più grande produttore italiano eserciterà una opzione nelle prossime settimane per comprare un ulteriore 3,3 per cento dal fondo fiduciario VEBA (Voluntary Employee Beneficiary Association), gestito dal sindacato Uaw (United Auto Workers) che gestisce le prestazioni sanitarie per i pensionati Chrysler. Il costo dell’operazione sarà inferiore ai 200 milioni di euro ($ 252 milioni).

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