Grecia con le ore contate

 La Grecia deve giungere ad un accordo con le banche entro il 13 febbraio, se vuole evitare il default. Senza garanzie i ministri delle finanze della zona euro non potranno dare il via libera alla ristrutturazione del debito del paese, detenuto dal settore privato.

I rappresentanti dell’Unione europea, della Banca centrale europea e del Fondo Monetario Internazionale stanno ancora negoziando le condizioni per la concessione di 130 miliardi di euro ad Atene. La troika chiede che i partiti rappresentati in seno al governo greco di coalizione s’impegnino ad approvare, ed attuare, nuove misure di austerità. Ma Atene teme che il contesto socio-economico possa deteriorarsi ulteriormente, acuendo la recessione e intensificando i movimenti di protesta e i disordini sociali.

Il messaggio lanciato alla Grecia dall’Eurogruppo, e ribadito in occasione della conference call di Sabato, è chiaro: adesso basta! “Devono decidersi e iniziare a parlare onestamente, in modo deciso e rapido con la troika degli aspetti del programma che devono ancora essere finalizzati, come le riforme fiscali e quelle del codice del lavoro”, ha dichiarato un membro dell’Eurogruppo.

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Ammesso il concordato preventivo per il Gruppo Aicon

 Non è certo un bel periodo quello che sta vivendo il Gruppo Aicon, compagnia piuttosto famosa per la sua costruzione e commercializzazione di navi da diporto e imbarcazioni di lusso: la società siciliana ha infatti annunciato il decreto dello scorso 31 gennaio del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto (siamo in provincia di Messina), una sentenza che ha di fatto reso ammissibile il concordato preventivo in relazione a una delle principali controllate, vale a dire la Aicon Yachts spa, la quale si trova in stato di liquidazione finanziaria. Si conoscono già i nomi dei legali che sono stati incaricati dalla Aicon stessa, oltre ovviamente a quello del commissario giudiziale (è stato nominato l’avvocato Domenico Cataldo).

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Angela Merkel sta vendendo l’Europa alla Cina?

 Come molti politici prima di lei, Angela Merkel ha fatto un viaggio a Pechino, volto in primis a promuovere le esportazioni tedesche verso la Cina. La Germania, come i suoi ventisei partner dell’Unione europea, continua a subire un grave deficit commerciale nei cofronti di questo Paese. Ma Angela Merkel non è volata a Pechino per lamentarsi di questo. Il cancelliere sembra aver preferito riaprire la questione del finanziamento dell’Europa da parte della Cina. Ha supplicato una partecipazione significativa al finanziamento dell’EFSF, il fondo Salva stati, direttamente o tramite il FMI.  Il cancelliere tedesco ha già dimenticato le contro-richieste avanzate dalla Cina, e il rifiuto espresso dai leader europei?

Rinfreschiamo la memoria e colmiamo eventuali amnesie. In occasione del vertice del G20 a Cannes, la Cina, già sollecitata dai leader europei, aveva sorpreso i suoi interlocutori suggerendo un ammontare (del prestito) di gran lunga inferiore alle aspettative. La Cina aveva inoltre formulato un presupposto sostanziale: il rapido smantellamento dei sistemi sociali che conosciamo in Europa dal 1945. Abbastanza per destabilizzare socialmente la maggior parte dei paesi europei …

In aggiunta a questa richiesta, la Cina aveva chiesto altre contropartite. Sembra che la pratica finanziaria dello Stato cinese sia molto particolare: l’interesse applicato sui prestiti concessi a governi stranieri non è sufficiente a remunerarli. Per questo viene chiesta una seconda remunerazione che consiste in contropartite, solitamente di natura politica.

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Il Made in Italy agroalimentare perde i pezzi

 Il Made in Italy sta dimostrando sempre di più di non meritare il proprio nome: in effetti, le eccellenze alimentari del nostro paese vivono da diverso tempo una situazione piuttosto critica dal punto di vista finanziario, tanto che si sono rese necessarie le cessioni all’estero. Ne sono un chiaro esempio le tre che sono state realizzate nel corso degli ultimi dodici mesi, una testimonianza tangibile delle condizioni di “salute” non proprio eccelse. L’allarme è stato lanciato dal numero uno della Coldiretti, Sergio Marini, il quale ha voluto porre l’accento su questo problema nel corso della Fieragricola che si sta tenendo in questi giorni a Verona. La manifestazione, tra l’altro, offre ampio spazio proprio al Made in Italy, ma gli allestimenti non possono che risentire di questa inversione di tendenza.

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Un’unica offerta per l’acquisizione di Arenaways

 L’offerta più papabile per il salvataggio di Arenaways non poteva che essere quella del suo fondatore, Giuseppe Arena: la compagnia ferroviaria di Alessandria è infatti sottoposta alla procedura fallimentare dalla scorsa estate e la cordata formata dallo stesso Arena, da un altro gruppo di imprenditori e dalla Ambrogio, società attiva nel settore della logistica, sembra essere quella più vicina alla soluzione finale. Tra l’altro, si tratta dell’unica offerta che è stata presentata in tal senso nel corso della giornata di oggi, non una data casuale, ma l’apertura ufficiale delle buste davanti al giudice fallimentare. Non si conosce, però, l’ammontare esatto che verrà raggiunto per dare ossigeno alla società privata in questione; le uniche indiscrezioni che vi sono in tal caso parlano chiaramente di una cifra che non sarà inferiore ai 7,5 milioni di euro, l’importo che è stato fissato dallo stesso tribunale come valore più adeguato.

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Rossi (Banca d’Italia) approva le liberalizzazioni

 Qual è il giudizio della Banca d’Italia sulle liberalizzazioni? Secondo quanto espresso dal vicedirettore generale di Palzzo Koch, Salvatore Rossi, non si può che esprimere un parere positivo sul decreto in questione, come appunto è avvenuto nel corso dell’audizione al Senato. In particolare, lo stesso Rossi ha sottolineato come l’insieme delle misure può far sicuramente avanzare la concorrenza in tutti quei mercati in cui essa è possibile. Inoltre, bisogna proseguire in questa direzione, anche se gli effetti benefici non potranno essere notati nell’immediato, ma in questo momento l’economia del nostro paese ha bisogno di uscire da questa sua situazione stagnante. Il vicedirettore ha esaminato a fondo tutti i provvedimenti che sono inseriti in tale legge, precisando però sin dal primo momento della sua audizione che la concorrenza è un requisito essenziale per ottenere l’equità sociale.

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Il gruppo Astaldi si affida alle miniere del Cile

 Il gruppo Astaldi, società per azioni romana che è celebre per le sue opere ingegneristiche, sta guardando con decisione al territorio sudamericano: in effetti, gli ultimi business di successo della società in questione sono stati portati a termine in Cile con due contratti che si riferiscono a una impresa locale, la Corporacion Nacional del Cobre de Chile. Non si tratta di semplici operazioni, ma di trattative molto importanti e strategiche, visto che l’importo complessivo che è stato raggiunto in questo caso è stato vicino ai 420 milioni di dollari, non certo una cifra di poco conto. C’è comunque da dire che non si sta parlando di una vera e propria new entry, dato che Astaldi è presente nella nazione andina da quasi quattro anni.

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Disoccupazione record in Eurozona

 La disoccupazione in zona euro è salita al suo livello più alto da quando la moneta unica è stata introdotta. Questo è quanto hanno messo in luce i dati rilasciati Martedì, all’indomani delle promesse fatte dai leader europei a Bruxelles in materia di  di lavoro. La creazione di milioni di nuovi posti dovrebbe infatti rappresentare oggi la prioritò rilanciare un’economia europea stagnante e sull’orlo della recessione.

Il tasso di disoccupazione destagionalizzato, tra i 17 paesi che condividono l’euro, è balzato al 10,4 per cento nel mese di dicembre, secondo quanto riportato dall’Ufficio di statistiche europeo, l’Eurostat. Si tratta del livello più alto dal giugno 1998, prima dell’introduzione dell’euro, avvenuta nel 1999.

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Quando la Germania governerà la Grecia

 Il governo tedesco vuole che la Grecia ceda una parte della propria sovranità, per quanto riguarda le decisioni da adottare in materia di spesa e fiscalità, ad un “commissario di bilancio”. Questo è quanto riporta il Financial Times, in possesso di una copia della proposta.

Ciò equivarrebbe ad un ampliamento straordinario del controllo da parte dell’Unione europea nei confronti di uno Stato membro: il nuovo commissario avrebbe il potere di veto sulle decisioni di bilancio adottate dal governo greco se queste non fossero in linea con gli obiettivi fissati dagli istituti di credito internazionali. Il nuovo amministratore, nominato dagli altri ministri delle finanze dell’Eurozona, avrebbe la responsabilità di supervisionare “tutti i blocchi principali di spesa” di Atene.

“Il consolidamento di bilancio deve essere messo sotto un rigido sistema di guida e controllo”, si legge nella proposta. “…la Grecia deve accettare lo spostamento della sovranità di bilancio a livello europeo per un certo periodo di tempo”. Sabato la Grecia aveva escluso la possibilità di una tale tutela. Per far cambiare idea al governo di Atene, questa proposta potrebbe essere il presupposto, la conditio sine qua non,  per il rilascio del nuovo prestito di 130 miliardi di euro da parte della zona euro, il secondo salvataggio del paese.

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Joint venture brasiliana per Atlantia

 Atlantia, la celebre spa romana attiva nell’ambito delle concessioni autostradali, ha comunicato gli ultimi business che sono stati portati a compimento: il riferimento deve andare necessariamente all’accordo che è stato raggiunto con il Gruppo Bertin, operazione che è stata possibile grazie a dei passaggi molto particolari e articolati. Il tramite principale dell’intesa è stato Autostrade do Brasil, compagnia chiaramente sudamericana. Inoltre, bisogna anche ricordare il prezioso contributo offerto dalla controllata Cibe dello stesso gruppo menzionato in precedenza. Si tratta in pratica di una joint venture molto interessante e strategica, oltre che paritetica e con l’obiettivo specifico di dar vita a un polo infrastrutturale di più di 1.500 chilometri (una rete di concessione davvero elevata).

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