Lavoro a chiamata in edilizia

Il lavoro a chiamata in edilizia è possibile? Scopriamo insieme se sia fattibile o meno o se presenti limitazioni tenendo conto delle sue caratteristiche principali.

Come funziona il lavoro a chiamata nel settore edile

Il lavoro a chiamata o lavoro intermittente è una forma contrattuale prevista dal nostro ordinamento che consente a un datore di lavoro di utilizzare un lavoratore soltanto nei momenti di effettiva necessità, senza vincoli di continuità nella prestazione. Si tratta di una modalità pensata per rispondere a esigenze temporanee e non strutturali. Tuttavia, quando si parla di applicare questo contratto nel settore edile, la questione si complica. Poiché la normativa prevede limitazioni specifiche e, nella maggior parte dei casi, ne esclude l’utilizzo in questo ambito.

Il settore dell’edilizia, infatti, è caratterizzato da attività che richiedono una certa continuità operativa, una pianificazione precisa e un’organizzazione strutturata del lavoro. I cantieri edili sono soggetti a normative stringenti in materia di sicurezza, orari, contributi e gestione del personale. Proprio per queste caratteristiche, la legge e i contratti collettivi nazionali applicabili all’edilizia non considerano compatibile il lavoro intermittente con le modalità ordinarie di impiego nel settore.

Il contratto a chiamata, generalmente, è ammesso solo per mansioni saltuarie e discontinue, oppure per lavoratori che rientrano in determinate fasce di età, come i minori di 24 anni e gli over 55. Tuttavia, questi requisiti da soli non sono sufficienti a rendere il contratto legittimo in edilizia. Anche laddove sussistano le condizioni anagrafiche, l’attività svolta deve comunque rispondere a criteri di discontinuità e occasionalità, difficilmente riscontrabili nelle normali mansioni di un cantiere.

Diverso anche il sistema contributivo

Oltre agli aspetti organizzativi, bisogna considerare che i lavoratori edili sono soggetti a un sistema contributivo particolare, come quello delle Casse Edili, che impone regole molto precise e incompatibili con la flessibilità estrema tipica del lavoro a chiamata. Per questo motivo, gli ispettori del lavoro tendono a valutare con particolare attenzione ogni suo utilizzo improprio.

In caso di irregolarità, il rapporto potrebbe essere riqualificato come contratto a tempo pieno e indeterminato, con tutte le conseguenze economiche e giuridiche a carico del datore di lavoro, comprese sanzioni e obblighi contributivi arretrati.

Ecco quindi che. sebbene il contratto a chiamata sia uno strumento previsto dalla legge e adatto ad alcune realtà lavorative, nel settore edilizio la sua applicazione è generalmente esclusa. Salvo ovviamente casi eccezionali e ben giustificati. È dunque fondamentale che le imprese edili valutino attentamente la normativa. E si attengano alle forme contrattuali previste dai contratti collettivi specifici del settore.

 

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