Bce, si prospetta nuovo taglio tassi a giugno

La Bce dovrebbe tagliare ancora una volta i tassi di interesse il prossimo 5 giugno. Si tratterebbe dell’ottavo calo del costo del denaro registrato negli ultimi 12 mesi.

Cosa farà la Bce secondo gli analisti

Questo è ciò che si aspettano i diversi analisti in base ai dati attualmente disponibili relativi all’economia europea. In questo modo si dovrebbe arrivare a un tasso sui depositi al 2%. Ma va detto, allo stesso tempo, che quest’ultimo taglio da parte della Bce potrebbe aprire una fase importante per la politica monetaria europea.

In molti pensano che possa crearsi una certa divisione e necessità di confronto all’interno del Consiglio direttivo, dato l’outlook relativo all’inflazione. Quest’ultima, infatti, sta diventando sempre più complicata da prevedere a causa delle conseguenze sui prezzi e sulla crescita dei dazi americani voluti da Donald Trump.

Questo gioco al rialzo e al ribasso continuo non è infatti privo di conseguenze, né per l’economia statunitense né per quella europea. Dove, per l’appunto, tutto ciò che riguarda l’inflazione sembra essere necessariamente più complesso da gestire. Secondo Bloomberg, gli esperti concordano tutti sul fatto che la Bce taglierà i tassi.

Vi è inoltre concordanza sull’ipotesi che luglio non vedrà alcun taglio, mentre potrebbe essercene uno successivo a settembre. La situazione, a ogni modo, rischia comunque di farsi più complicata. Non solo per via di ciò che sta accadendo oltreoceano, ma anche per la crescita, ormai attesa, della spesa pubblica all’interno dell’Eurozona. Vi sono idee differenti su come proseguire per sostenere l’economia e lo scontro, a prescindere dai toni, viene dato per scontato.

I dazi fattore chiave

Il vero nodo dell’intera situazione restano comunque i dazi americani. La Bce sta analizzando e ipotizzando diversi scenari, senza però appoggiarsi troppo a nessuno di essi. Come sottolineato anche da un membro della Bce riportato dall’Ansa, anche lo scenario base è caratterizzato da una probabilità di realizzazione inferiore al 50%.

Alcuni analisti sostengono che, se ci saranno ulteriori tagli del costo del denaro dopo giugno, questi saranno meno meccanici rispetto ai precedenti. Si sfrutterà il quadro macroeconomico per giustificare tagli a breve termine, volti a contrastare l’incertezza e a sostenere l’economia. Senza escludere un nuovo rialzo o una stabilizzazione dei tassi per mantenere una politica monetaria coerente.

Non ci si stupirebbe neppure se Christine Lagarde dovesse lasciare aperta la porta a un ulteriore calo, pur senza stabilirne i tempi. Molto, va ripetuto, dipenderà dall’effetto dei dazi americani sull’economia. Purtroppo anche la Bce deve attendere una maggiore comprensione della situazione per potersi muovere al meglio, evitando forti shock non voluti agli Stati membri.

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