Unicredit pronta a ritirare l’offerta pubblica di scambio su Banco Bpm? È una delle opzioni che si trovano sul tavolo. E questo a prescindere dalla decisione del Tar.
Unicredit sicura del suo agire
Nel corso di un’intervista con il quotidiano Repubblica, l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, ha fatto sapere che, pur essendo intenzionati a fare di tutto per raggiungere il risultato, non esiteranno a ritirarsi se non riusciranno a risolvere la questione.
Per quanto riguarda l’offerta pubblica di scambio, l’istituto di Piazza Gae Aulenti ha ricevuto il via libera anche dall’Antitrust europeo. A rappresentare una criticità importante da superare è invece l’applicazione del Golden Power da parte del governo. La banca di Orcel ha fatto sapere che, nel caso in cui l’operazione non dovesse andare in porto, la stessa continuerà a seguire la sua strategia volta a un miglioramento sempre costante delle sue performance. Sottolineando che la sua potenza a livello bancario non si fonda su acquisizioni e su fusioni, ma su un piano di trasformazione continua che porterà a termine.
Al fine di assicurarsi, a prescindere, un futuro luminoso. Non è una novità che il possibile ritiro dell’offerta pubblica di scambio fosse sul piatto delle possibilità. L’applicazione del Golden Power da parte del governo ha stabilito dei paletti rilevanti per l’azione di Unicredit, che già ha a che fare con il parere negativo da parte di Banco Bpm.
In questo caso non si è davanti “alla volpe che non riesce a raggiungere l’uva”, ma più semplicemente davanti a una convenienza che viene a scemare per Unicredit, nel caso in cui fosse effettivamente obbligata non solo a rimanere statica nei confronti di Anima, ma dovesse concludere a breve termine l’uscita dalla Russia.
Alcune condizioni dall’Europa
L’Antitrust europeo ha dato il via libera alla scalata nei confronti di Banco Bpm ma l’ha fatto mettendo sul tavolo diverse condizioni. Tra le quali spicca la vendita di 209 sportelli dell’attuale network di Piazza Meda, danneggiando specifiche province. Non vi sarebbero problemi di concorrenza, secondo l’Europa, perché l’istituto di Orcel avrebbe presentato un piano in grado di proteggerla.
In poche parole, a decidere tutto sarà la sentenza del Tar del Lazio del prossimo 9 luglio, legata al Golden Power. Nel frattempo, Banco Bpm, pur non entrando nel merito delle decisioni europee, esprime particolare preoccupazione per quel che concerne le conseguenze della conclusione dell’operazione sulla sua clientela e sui suoi lavoratori.
È un quadro, quello dell’attuale risiko bancario, dove un eventuale ritiro della banca di Orcel da questa offerta pubblica di scambio difficilmente farebbe preoccupare qualcuno. Anzi.