Fisco, come cambia il concordato preventivo

In materia di fisco, quello che potrebbe trovare spazio con la prossima legge di bilancio è il nuovo concordato preventivo, un patto con i lavoratori per quel che concerne i redditi. In poche parole uno strumento contro l’evasione fiscale.

Un importante arma per il fisco

L’Erario presumo di riuscire a incassare fino a 7,5 milioni con questo cambiamento relativo al fisco. Non è una vera e propria novità, ma il governo delinea le nuove regole per il concordato preventivo biennale all’interno della bozza del decreto legislativo di attuazione della Delega fiscale.

Si spera che possa entrare in vigore entro il prossimo anno. Va da sé che questa bozza dovrà prima passare in Consiglio dei ministri, per poi andare alle camere prima del passaggio definitivo e la sua entrata in vigore. Quando arriverà all’interno della Gazzetta Ufficiale, dobbiamo sottolinearlo, farà cambiare molto in materia di fisco. Aggiornando delle leggi ormai obsolete.

Più generalmente queste norme messe a punto, pensate appositamente per combattere l’evasione fiscale, riusciranno ad aggiornare questa lotta al nero puntando soprattutto sulle nuove tecnologie. Parliamo ovviamente di intelligenza artificiale ma parliamo anche delle banche dati e delle integrazioni necessarie di queste. Uno dei tanti problemi del fisco è che queste banche dati non collaborino e comunicano tra di loro.

Alcune limitazioni di accesso alla misura

Ciò che si vuole raggiungere è una sorta di dialogo con il contribuente che consenta di eseguire maggiori accertamenti proprio attraverso questo concordato preventivo. Qualcosa che darà modo allo stesso di mettersi d’accordo in anticipo con il fisco per due anni sui propri redditi. Se tutto andrà come deve l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione della popolazione la proposta di adesione entro aprile 2024. Questi potranno aderire entro il luglio successivo il primo anno e in quelli successivi entro giugno.

Parliamo di un accordo con il fisco che ha pensato ai contribuenti con partita IVA che sono esercenti di attività di impresa, professioni o arti, sia che seguono il regime forfettario o che applichino criteri sintetici di affidabilità.

Al momento vi sono anche delle limitazioni per quel che concerne l’accesso al concordato per consentire un’importante trasparenza. Che vanno dalla necessità di ottenere un voto alto per coloro che presentano i vecchi studi di settore. O avere almeno estinto debiti tributari di oltre 5.000 euro. Insomma, sono diversi gli ostacoli per l’accesso: alcuni di loro potranno però essere superati in base alle indicazioni che verranno dal fisco successivamente.

Mettendo un attimo da parte questi particolari, quel che deve essere sottolineato è che si mette a disposizione del cittadino la possibilità di avere un rapporto corretto con l’Agenzia delle entrate per evitare l’evasione.

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