Bce, pronta a stretta per poi rallentare

La Bce si trova in una posizione molto particolare. E’ infatti costretta a dare una nuova stretta in materia di politica monetaria rialzando ancora una volta i tassi di interesse di 75 punti base.

Bce chiamata a importanti decisioni

Qualcosa già occorso lo scorso mese e che si reputa necessario per combattere l’inflazione. Ma va sottolineato che è qualcosa che fa brontolare più di una voce. Da quel che si è compreso è prevista anche una stretta importante ai prestiti Tltro che fino a ora hanno donato utili importanti alle banche ma non hanno risparmiato sofferenza al resto dell’economia. Si parla anche di quantitative tightening, che dovrebbe prender vita nella seconda metà del 2023.

Sono tanti temi che sta affrontando la Bce in questo momento. Ma si deve considerare normale questo stato di cose, dato che con il salire dell’inflazione e della crisi energetica la banca necessità di prendere decisioni che siano capaci di scuotere l’economia. Ci si aspetta anche che Christine Lagarde presto richiami diversi politici europei. Per cosa? Sul fatto che l’istituto centrale non è obbligato a rispondere alle richieste degli Stati membri.

Sono diversi infatti a lamentarsi di queste ulteriori strette a livello monetario. Sono diverse le voci che vorrebbero che la Bce non continuasse su questa linea per evitare la recessione nell’euro zona. Eppure questa politica da falco è già stata applicata per necessità dalla Fed. Ed ha dimostrato la sua importanza sul lungo periodo.

C’è questa contrapposizione di visioni tra la politica che vorrebbe sfruttare l’inflazione come una spinta della domanda e la Banca centrale europea che vuole contenerla per evitare un aumento eccessivo dei prezzi.

Situazione tutt’altro che semplice

 

È necessario tenere da conto che a prescindere dalle opinioni di Sanna Marin e Macron, la popolazione europea sta pagando in ogni Stato le conseguenze della crisi energetica e dell’alta inflazione. Spendendo molto di più e avendo più difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Fattore questo che potrebbe portare comunque a un calo della domanda.

In alcuni stati l’inflazione è già pari a oltre il 20%. E in Italia, dove si aggira intorno al 9-10%, la situazione non è delle migliori. Gli italiani hanno infatti perso molta capacità di acquisto e stanno facendo immane fatica nel mantenere un tenore di vita sufficiente.

La speranza degli esperti è che l’inflazione cali naturalmente entrando nel 2023, proprio a causa della situazione energetica.  La BCE potrebbe decidere, per il prossimo rialzo, di abbassare i punti percentuali fermandosi uno 0,50% per evitare uno shock da recessione. Da lì potrebbe anche prendere una pausa negli aumenti nella ricerca di normalizzazione della situazione.

Molto verrà deciso nelle prossime settimane.

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