Tim e Dazn, accordo da rifare. Ma c’è tempo

Tim e Dazn devono rivedere l’accordo, ma l’Antitrust ha deciso di dare loro tempo: i termini per la presentazione sono stati infatti spostati a marzo 2023. È questa la risposta a ciò che le due aziende hanno presentato in risposta alle accuse di possibili violazioni della legge sulla concorrenza.

Possibili violazioni delle norme sulla concorrenza

Ovviamente si parla di potenziali violazioni legate all’accordo siglato lo scorso luglio. A rendere noto ciò che sta accadendo ci ha pensato una nota del Codacons, parte coinvolta in merito ai possibili diritti lesi degli utenti.  Reuters spiega, riportando la notizia, che se dovessero essere trovate colpevoli di violazioni legate alle norme sulla concorrenza, sia Dazn che Tim potrebbero trovarsi a pagare una multa pari fino al 10% del proprio fatturato.

Per capire come si è giunti a questo momento è necessario fare qualche passo indietro. E tornare al marzo del 2021, quando Dazn ha vinto i diritti televisivi di trasmissione delle partite di serie A per tre stagioni, ovvero dal 2021 al 2024. Il tutto per una cifra complessiva annuale di 840 milioni. L’azienda ha poi trovato un accordo con Tim, presentato nell’intera questione come operatore di telefonia e pay tv di riferimento oltre che partner tecnologico.

Questo ha portato Telecom Italia a mettere a disposizione la banda per la trasmissione delle partite e la presenza della app di Dazn portale di Tim Vision: il tutto per un canone annuo di 340 milioni. Il Garante della concorrenza ha fatto partire una istruttoria, subito dopo la firma dell’accordo di luglio, per verificare che non vi fossero stati illeciti legati alla concorrenza. Coinvolgenti anche la possibilità di proporre offerte vantaggiose ai consumatori: gli illeciti violerebbero l’articolo 101 del TFUE, Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, il quale impedisce accordi, decisioni e pratiche tra imprese che incidono sul commercio tra paesi dell’UE.  A ciò vanno aggiunti i problemi legati agli altri operatori di telecomunicazioni, bloccati anch’essi dal poter applicare sconti per i contenuti relativi al calcio.

Cosa intende fare Tim

Il Codacons non si è fermato all’accordo dello scorso anno. Ha infatti recentemente presentato un esposto, sempre all’Antitrust, legato all’aumento tariffario attivato da Dazn per la visione del campionato di calcio 2022-2023. E se Tim ha sottolineato che sta valutando le sue prossime mosse, Dazn ha sottolineato che “prende atto del provvedimento dell’Autorità che proroga il termine di conclusione del procedimento e, in attesa della comunicazione delle risultanze istruttorie […] continuerà ad agire al fine di assicurare la conformità dell’accordo“.

L’abbonamento di Dazn è aumento del 50% rispetto a quello della scorsa stagione. Questo aumento del 50% non solo graverebbe sui consumatori ma causerebbe squilibrio nel settore perché vi sarebbe da parte di Dazn una modifica unilaterale delle “offerte commerciali violando gli interessi di utenti e tifosi.

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