Corruzione: l’Italia migliora ma non è ancora tra i primi

 La corruzione rovina l’economia di un paese, e noi italiani lo sappiamo bene. Sono tante le opere infrastrutturali incomplete o non a norma, e molto si deve a fenomeni di corruzione, che intervengono in grandi e piccole opere. Per non parlare poi della giusta concorrenza, che viene distrutta dalla corruzione.

La classifica

Secondo l’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) del Transparency International, l’Italia scala la classifica, ma è ancora al 53° posto, dietro a molti paesi che in teoria dovrebbero essere sotto, visto che, attualmente, il Bel Paese è la 9a potenza economica del mondo.

Secondo l’Indice, l’Italia totalizza 52 punti su 100, ma comunque migliora. Se ci si riferisce al biennio 2012-2014, il miglioramento è notevole, visto che in quel periodo l’Italia era 70a. A migliorare la situazione, la nascita dell’Anac e le nuove leggi anticorruzione.

Il Cpi misura la corruzione percepita nel settore pubblico, e viene compilato analizzando le impressioni di esperti e uomini d’affari. Si tratta di una relazione basata su 13 studi e sondaggi condotti da istituzioni internazionali.

Si parla di percezione per avere un metro di paragone rispetto agli altri paesi, altrimenti impossibile se l’Indice fosse composto da altri parametri, come le inchieste e le condanne.

La percezione poi, è molto importante in economia, perché indirizza le scelte sugli investimenti. L’Italia ha comunque uno degli incrementi migliori, nel punteggio, degli ultimi anni. Male invece Australia, Ungheria e Turchia.
Le prime sono Danimarca e Nuova Zelanda, rispettivamente prima e seconda con 88 e 87 punti. Agli ultimi posti, Somalia, Sud Sudan e Siria.

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