Apertura partite Iva ancora in calo

Un nuovo e imponente calo estivo ha riguardato l’apertura delle partite Iva. Si è registrato durante gli ultimi messi e non passerà di certo inosservato.

La distribuzione per natura giuridica mostra che il 68,4% delle nuove partite Iva è stato aperto dalle persone fisiche; il 25,5% dalle società di capitali, il 5,2% dalle società di persone. La percentuale dei “non residenti” e “altre forme giuridiche” è pari allo 0,9%. Rispetto al mese di luglio 2015 si rileva un calo del 13,6% di aperture per le società di persone, mentre per le società di capitali il calo è stato dell’-8,8% e per le persone fisiche del -7,6%. Riguardo alla ripartizione territoriale, il 42,7% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 23% al Centro ed il 34,2% al Sud ed Isole.

Se facciamo un confronto con il luglio del 2015 solo due regioni presentano incrementi molto consistenti. Parliamo della Basilicata (+129,2%), e della Sardegna (+0,5%). Sono invece rilevanti le flessioni che si registrano in Valle d’Aosta (-36,5%) e nelle Province Autonome di Trento (-20,3%) e di Bolzano (-19,4%). Il notevole aumento di avviamenti, riscontrato anche nei mesi precedenti, in Basilicata è dovuto al settore dell’agricoltura e riferito a soggetti giovani.

In relazione alla classificazione per comparto produttivo è il commercio a far segnare ancora il maggior numero di aperture di partite Iva (22,2% del totale), seguito dalle attività professionali (13%) e dall’agricoltura (9,3%). Confrontando i dati con le aperture del mese di luglio 2015, si registrano incrementi nella sanità (+20,5%) e nell’agricoltura (+8%); si segnalano invece cali di avviamento nei servizi informativi (-21,8%), nel commercio (-17,3%, che nonostante il calo resta il settore con un maggior numero totale di aperture) e nei servizi alle imprese (-14,1%).

Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile: il 62% delle partite Iva è stato aperto da soggetti di sesso maschile. Il 48,4% degli avviamenti è riferito ai giovani fino a 35 anni e circa il 33% a soggetti tra 36 e 50 anni.

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