Mps, è il giorno del capital increase

Qui Siena. Nella giornata di oggi, il consiglio di amministrazione della Banca Mps dovrà varare le misure necessarie ai fini dell’aumento di capitale, per rafforzare il proprio patrimonio a seguito della ‘bocciatura’ occorsa agli ‘Stress test’ della Banca centrale europea.

Nelle casse dell’istituto sarà inserito nuovo capitale. La somma dovrebbe aggirarsi, stando alle ultime voci di corridoio, intorno ai 2,5 miliardi di euro. L’Eurotower aveva chiesto di colmare un ammanco pari a 2,11 miliardi.Il nuovo incremento potrebbe essere avviato durante la prossima primavera, a meno di un anno di distanza dal maxi-aumento da 5 miliardi conclusosi prima di quest’estate.

Il consiglio di amministrazione di Mps valuterà inoltre altre misure per rinvigorire il proprio patrimonio. Non sono previste diluizioni, bensì cessioni di asset finanziari.

Parteciperanno all’aumento di capitale Fondazione Mps, Fintech, Btg Pactual, nonché i soci francesi del gruppo Axa. Non parteciperanno gli spagnoli di Banco Santander, che ieri hanno smentito un interesse per il dossier dell’istituto senese. In compenso, potrebbero ‘essere della partita’ Kkr, Jc Flowers e il findo americano Cerberus.

Rimane inoltre da considerare l’offerta proveniente da Hong Kong, precisamente da Nit Holdings Limited che ieri ha messo sul piatto 10 milierdi di euro per ristrutturare completamente il capitale.

Quali sono gli obiettivi di Nit. Sono i vertici stessi della holding a dichiararli:

Realizzazione di un piano di ristrutturazione complessivo del capitale della Monte dei Paschi, in un’ottica di alleanza sinergica nel lungo periodo. Nit Holdings è una holding internazionale di investimenti e partecipazioni, con sede a Hong Kong e con operatività globale. La società è specializzata nella gestione di portafogli e nell’offerta di servizi finanziari indipendenti a clienti e partner internazionali.  Nit Holding era salita all’onore delle cronache qualche mese fa in occasione dell’assemblea della Banca Popolare di Spoleto che era chiamata a una ricapitalizzazione da 139 mln di euro. I commissari dell’istituto umbro non presero in considerazione l’offerta di Nit Holding ritenendo che non ci fossero i requisiti in termini di capacità finanziaria.

 

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