La crisi economica fa aumentare l’import di legna da ardere

 Come accade un po’ troppo spesso ultimamente, le analisi della Coldiretti invitano a riflettere sull’attuale situazione economica del paese: come ha accertato l’associazione agricola, infatti, la crisi economica e il conseguente rincaro dei combustibili hanno causato, è proprio il caso di dirlo, un ritorno di fiamma per i camini. Non è un caso che le importazioni da legna da ardere abbiano fatto registrare un +17% per quel che riguarda i mesi invernali di quest’anno. Si tratta del valore più alto in assoluto degli ultimi due decenni, un record che vale la pena approfondire. Gli italiani hanno quindi modificato le loro abitudini in maniera evidente, ma si è trattato di un qualcosa di forzato, alla luce del minore potere di acquisto che si ha a disposizione. Allo stesso tempo, il consumo del tipico carburante per il riscaldamento, il gasolio, è sceso di ben sedici punti percentuali.

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Azioni RIM sotto i 10 dollari

 Le azioni della società Research in motion, produttrice degli smartphone Blackberry, sono calate al di sotto dei 10 dollari. Una valutazione che non veniva riscontrata da più di 8 anni, e che è figlia delle deludenti notizie che si stanno affacciando sul fronte consuntivo e previsionale.

In particolare, la società ha stimato che il quarto trimestre fiscale si chiuderà con un fatturato in flessione di almeno il 26 per cento a quota 3,64 miliardi di dollari, mentre i profitti netti dovrebbero addirittura crollare del 72 per cento a 197,5 milioni di dollari. La società ha chiesto così una consulenza a JPMorgan e a Rbc Capital Markets per la revisione delle proprie attività e delle performance finanziarie, e intanto progetta potenziali riduzioni del personale, per una scelta che dovrebbe coinvolgere le 2 o – come sembra più probabile – le 3 mila persone.

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Cafè do Brasil acquisisce anche La Tazza d’Oro

 Il comparto del caffè italiano è interessato in queste ultime ore da una operazione davvero importante: Cafè do Brasil, azienda napoletana leader per quel che concerne questa specifica commercializzazione, ha infatti deciso di acquisire la cagliaritana La Tazza d’Oro. Come può essere interpretata una mossa del genere? Anzitutto, bisogna ricordare che il colosso partenopeo vanta la proprietà di due marchi commerciali di peso, vale a dire Kosè e Kimbo, quindi in questa maniera si cerca di espandere ulteriormente le attività a livello nazionale. D’altronde, l’esercizio finanziario del 2011 si è chiuso in maniera davvero brillante, tanto che i ricavi sono aumentati di ben 8,7 punti percentuali.

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Il manifatturiero italiano è ancora in affanno

 Il settore manifatturiero del nostro paese non riesce proprio a riprendersi dalla sua situazione critica: ormai sono ben dieci mesi consecutivi che il comparto in questione è protagonista di contrazioni su contrazioni, come successo appunto a maggio, il mese che si è concluso proprio ieri. In realtà, se proprio si vuole essere precisi, bisogna sottolineare come in questi ultimi trentuno giorni il dato ha fatto registrare un interessante recupero rispetto a quanto rilevato ad aprile, ma la soglia psicologica, cinquanta punti, è ancora troppo lontana. Tutte queste stime sono state estrapolate dall’ultima indagine compiuta da Markit, compagnia che si occupa di servizi relativi all’informazione finanziaria, e da Adaci (Associazione Italiana di Management degli Approvvigionamenti).

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Panasonic taglierà altri posti di lavoro

 Panasonic, uno dei principali produttori di TV al mondo, ha annunciato di voler dar seguito a nuove operazioni di ristrutturazione aziendale, che produrranno importanti tagli dei posti di lavoro. In particolare, la società giapponese – che avrebbe già ridotto il proprio organigramma di circa 36 mila unità – vorrebbe produrre nuovi snellimenti tra le fila dei propri dipendenti, seppur – attualmente – non siano disponibili stime precise sull’impatto della nuova azione industriale.

La società dovrebbe tuttavia ridurre i posti di lavoro dal proprio quartier generale: a subire gli effetti delle scelte delle compagine saranno pertanto i dipendenti delle sedi centrali, mentre minori dovrebbero essere gli impatti da parte di coloro che lavorano nelle unità di produzione, più penalizzati durante lo scorso anno fiscale.

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