Assoreti incorona FinecoBank per la raccolta netta di novembre

 L’ultima rilevazione di Assoreti, l’associazione nazionale che raggruppa le società di intermediazione mobiliare e gli istituti di credito, ha messo in evidenza una “classifica” ben precisa per quel che concerne la raccolta netta dello scorso mese di novembre: in effetti, la leadership in questione spetta a FinecoBank, la compagnia che fa parte del vastissimo universo di Unicredit e che è riuscita a totalizzare ben 166,8 milioni di euro. Tale risultato è stato possibile grazie, in particolare, alla componente amministrata, capace di non far pesare più di tanto i normali deflussi del risparmio gestito. Al contrario, Ubi Banca e Banca Network Investimenti si sono segnalate per le peggiori performance in questo senso (ribasso di quasi ventinove milioni di euro per la precisione). Il podio, inoltre, viene completato da Banca Generali (165,1 milioni) e da Banca Fideuram (132,5 milioni).

Quali conclusioni si possono trarre da questa visione d’insieme? Anzitutto, c’è da precisare che la raccolta dei promotori finanziari ha fatto registrare un incremento di 13,8 punti percentuali, con una quota totale di 577 milioni di euro. Per quel che concerne, invece, la distribuzione di quote da parte di Oicr (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio), il risultato è stato negativo per 216 milioni: i riscatti più diffusi sono stati, nello specifico, quelli dei fondi di diritto italiano e dei cosiddetti fondi di fondi, diversamente da quanto avvenuto per gli organismi esteri, tutto sommato positivi nel loro andamento.

Tra l’altro, bisogna anche aggiungere che una buona quantità di premi lordi sono stati versati sulle polizze vita tradizionali e sulle unit linked, vale a dire quegli strumenti assicurativi che non mettono al riparo da un evento dannoso o calamitoso ma che fanno riferimento a fondi comuni di investimento diversificati. Infine, un cenno lo merita il contributo delle reti all’industria dei fondi, con un totale positivo da gennaio a novembre pari a 3,2 miliardi di euro.

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