Assaeroporti e Ibar ai ferri corti sullo smistamento dei bagagli

 C’è una tensione davvero fortissima in casa Assaeroporti: l’associazione che raggruppa i gestori degli scali del nostro paese ha espresso in una nota tutto il proprio risentimento per gli atteggiamenti irresponsabili di chi non vuole pagare il servizio che viene reso al passeggero. Si tratta, in pratica, di una risposta pronta e piuttosto diretta all’Ibar (l’acronimo che sta a indicare gli Italian Board Airlines Representatives, ente legalmente riconosciuto dal 1986); in effetti, le compagnie aeree di questa seconda compagine avevano utilizzato lo stesso aggettivo, “irresponsabile”, per definire la scelta di Aeroporti di Roma di bloccare in maniera definitiva le attività del nuovo sistema per lo smistamento dei bagagli che sono soliti transitare presso l’aeroporto di Fiumicino.

Insomma, questo sistema ha diviso le due associazioni, con Assaeroporti che non riesce a spiegarsi come mai si possa giudicare in maniera così negativa la posizione di Adr, valutata invece come giusta e idonea nell’ambito di questo servizio. Secondo quanto si legge dalla nota in questione, infatti, il fatto che un qualsiasi vettore aereo continui ad essere inadempiente da tale punto di vista può comportare un grave rischio, vale a dire l’annullamento di un servizio di qualità nei confronti dei passeggeri. Viene spiegata in questo modo la scelta di Adr di puntare su un investimento da ventuno milioni di euro, una cifra che è stata stabilita in base a quanto ritenuto opportuno dall’Enac.

Tra l’altro, la giornata di domani sarà fondamentale per la convocazione del Comitato bagagli da parte di Aeroporti di Roma, un momento importante che sta a testimoniare la disponibilità totale nella ricerca di una soluzione adeguata al problema; in caso contrario, si rischia seriamente di obbligare il gestore ad adottare le decisioni necessarie. Secondo Assaeroporti, i costi e le tariffe adottate dagli scali romani non sono il frutto di un abuso di posizione dominante, anche perché si tratta di livelli ben al di sotto della media europea.

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