Facebook nei guai: falsi profili e titolo in calo

 Due mesi e mezzo dopo la sua IPO, Facebook ha rivelato i primi conti di fine trimestre. Il social network ha ora 955 milioni di utenti attivi ma secondo i documenti pubblicati dal gruppo, l’8,7% di questi, pari 83,09 milioni di profili, è falso. Una stima in aumento rispetto ai dati riportati nel mese di marzo.

Di questi, il 4,8% ha un profilo doppio, ovvero un account che l’utente possiede, in aggiunta al  principale. Sono, invece, il 2,4 per cento i cosiddetti profili “mal-classificati”, attivati per conto di un’azienda, una organizzazione o, persino, un animale. Infine, circa l’1,5 per cento degli account è classificato come “indesiderabile”: si tratta di profili falsi creati soprattutto per veicolare spam sulla rete. Se si pensa che  l’83% dei ricavi di Facebook ha avuto origine proprio da pubblicità di terzi nei primi sei mesi del 2012…

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Citigroup in calo ma sopra le attese

 Nonostante il calo dei profitti complessivi registrato nel secondo trimestre, Citigroup ha fatto meglio del previsto, con risultati ancora al di sopra delle aspettative degli investitori. Ma per la terza banca americana il recupero non è completo. 

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Il caso Grecia fa tremare mercato CDS

 I Credit default swap (CDS) sono una forma di assicurazione che gli investitori possono acquistare nel caso in cui l’emittente di un’obbligazione (che essi hanno comprato) faccia default, o non sia più in grado di pagarla pienamente. Se c’è un default, noto anche come “evento creditizio” (credit event), i credit default swap vengono utilizzati per pagare gli investitori obbligazionari.

La decisione circa la sussistenza di un “evento creditizio” spetta ad un gruppo chiamato International Securities and Derivatives Association. L’ISDA ha deciso Giovedì che per la Grecia non si può parlare di default sulle obbligazioni, almeno fino ad ora. Il piano di ristrutturazione del debito tra la Grecia e le banche non rappresenta un “credit event” e, pertanto, non può scattare il pagamento dei credit default swap. Tuttavia, il paese deve ancora affrontare una serie di eventi importanti che minacciano seriamente di portare ad un default, che innescherebbe i versamenti di CDS.

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La Cina e gli investitori stranieri

 Sembra che gli investitori non siano gli unici preoccupati per il rallentamento della crescita economica della Cina. Anche se un dato trimestrale dell’8,9% non può essere considerata una “brutta notizia”, almeno per la maggior delle economie più importanti, il risultato non sembra essere abbastanza soddisfacente per la stessa Cina. Ma il governo cinese vuole accrescere la fiducia nel mercato nazionale, tanto che ha anche allentato le politiche che limitano l’acquisto di beni cinesi da parte degli stranieri.

Lo scorso dicembre, la China Securities Regulatory Commission (CSRC) ha concesso 14 licenze Qualified Foreign Institutional Investors (QFII). Le istituzioni con licenze QFII sono le uniche entità straniere (ad esempio le banche) cui è consentito comprare o vendere titoli denominati in yuan o investire nei mercati azionari cinesi.

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