Mps e Mediobanca: ora bisogna scegliere

Mps ha ottenuto il controllo di Mediobanca. Ora è chiamata a compiere scelte ben definite, in particolare sul tema dell’autonomia.

Mps, necessità di scegliere bene

Sarà necessario attendere la conclusione della finestra di riapertura prevista dal 16 al 22 settembre. Alla luce del già significativo 62,3% di adesioni, Mps deve chiarire se intenda proseguire sulla strada dell’autonomia, come più volte ribadito. Oppure se sia arrivato il momento di valutare un’integrazione effettiva.

Presso la sede centrale di Mps si guarda già oltre la data del 22 settembre, visto il bisogno di definire l’assetto più adatto per la governance di Mediobanca. Qualcosa influenzato anche dall’esito definitivo dell’offerta. Gli esperti evidenziano che le valutazioni principali sono tuttora in mano al top management, anche perché deve ancora essere convocato un consiglio di amministrazione che certifichi formalmente il successo di Mps nell’Ops.

È stato previsto un possibile consiglio d’amministrazione successivamente al 22 settembre, momento in cui la banca disporrà di tutte le informazioni necessarie per prendere decisioni cruciali. Tra le quali quella del possibile delisting.

Va inoltre ricordato che Borsa Italiana impone alle società blue chip capaci di mantenere un flottante minimo, al fine di assicurare la liquidità del titolo e una corretta formazione dei prezzi. È per questo motivo che la percentuale precisa di adesione all’offerta di scambio riveste un’importanza fondamentale.

Nel caso in cui le adesioni superassero il 75%, Mediobanca potrebbe essere esclusa da Piazza Affari. Una ipotesi contemplata anche nel prospetto informativo predisposto da Mps.

Al momento non è stata ancora assunta alcuna decisione, anche perché per motivi d’immagine, sia all’interno della banca che esternamente, mantenere la quotazione sembrerebbe più vantaggioso. E potrebbe rappresentare un ulteriore incentivo al progetto industriale che ha motivato l’operazione di Mps.

Delisting da valutare con attenzione

L’opzione del delisting viene considerata ottimale da alcuni. E la ragione sta nel fatto di essere considerata la maniera più efficace e rapida per raggiungere le sinergie da 700 milioni di euro tra costi e ricavi stimate da Mps prima del lancio dell’offerta.

Va sottolineato che il documento relativo all’offerta ha lasciato aperte tutte le opzioni in merito all’integrazione. Evidenziando la possibilità di una futura fusione, a discrezione di Mps. Tale scelta potrebbe favorire un aumento delle economie di scala, riducendo sovrapposizioni e costi strutturali. Tuttavia, questo approccio rischierebbe di compromettere la cultura aziendale, con potenziali ripercussioni sul personale e sul clima interno.

La configurazione futura della governance di Mediobanca inciderà direttamente anche sulla nomina dei nuovi vertici, che dovrà avvenire entro i primi giorni di ottobre. Questo è infatti il termine entro cui la banca senese dovrà presentare la richiesta di rinnovo del consiglio di amministrazione. L’attuale cda, in occasione dell’assemblea del 28 ottobre, dovrebbe rassegnare le proprie dimissioni.

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