Global minimum tax, esenzioni per gli Stati Uniti

Sulla Global Minimum Tax il G7 ha trovato un accordo. E gli Stati Uniti ne sono usciti vittoriosi, sia a livello di amministrazione che per quel che concerne l’ambito Big tech.

Accordo sulla Global Minimum Tax

E forse non era propriamente questo il risultato sperato in generale. A quanto pare, però, sulla Global Minimum Tax il G7 ha deciso di trovare un compromesso rispetto all’accordo storico raggiunto nel 2021. Qualcosa che è impossibile non notare è che, in questo caso, sia Donald Trump che i grandi della tecnologia americana hanno praticamente portato a casa un risultato non propriamente conveniente per gli altri Paesi.

L’accordo trovato, infatti, eviterà alle grandi aziende americane di pagare più tasse all’estero. Lo ripetiamo: qualcosa che modifica, o comunque potrebbe farlo e anche radicalmente, l’accordo raggiunto qualche anno fa. Perché si è optato per un compromesso? La ragione è molto semplice: si è voluto privilegiare il percorso di stabilizzazione del sistema fiscale internazionale.

Un ambito dal quale non è stato messo da parte nemmeno un dialogo costruttivo riguardante la salvaguardia della sovranità fiscale di tutti i Paesi. Questo compromesso raggiunto verrà discusso prossimamente presso l’OCSE, l’organizzazione internazionale che consentì proprio quattro anni fa il raggiungimento dell’accordo sulla Global Minimum Tax.

Dobbiamo ricordare che questa specifica tassazione è stata pensata per evitare che le Big tech statunitensi continuassero a eludere fiscalmente i vari sistemi nazionali. E se per il segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann l’accordo rappresenta una pietra miliare, il responsabile della divisione fiscale Manal Corwin sottolinea che non si tratta di una dichiarazione vincolante. E che, di conseguenza, ogni accordo dovrà essere discusso e successivamente approvato.

Soddisfazione del ministro Giorgetti

Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Finanze italiano, ha espresso soddisfazione soprattutto in virtù della possibilità di evitare eventuali ritorsioni statunitensi automatiche. Ovviamente si riferiva alla Revenge Tax, ovvero un emendamento alla legge di spesa di Trump che avrebbe dato modo di reagire in tal senso. Il segretario del Tesoro statunitense Scott Besset ha detto che sarà eliminata in corrispondenza dell’annuncio dell’intesa G7.

Va da sé che su questo punto, ovviamente, vi è molta attesa soprattutto pensando al comportamento dell’amministrazione americana da qualche mese a questa parte. L’accordo raggiunto sulla Global Minimum Tax quanto consente di risparmiare alle aziende americane? Un numero straordinario di dollari. E più precisamente 100 miliardi di dollari in tasse all’estero.

La vera domanda che viene da porsi è perché gli altri Paesi abbiano deciso di voler trovare un compromesso davanti ai continui avvertimenti di Donald Trump, piuttosto che fare fronte comune e consentire ai propri Paesi di incassare le giuste tasse da parte delle Big tech statunitensi.

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