Vinted: necessario pagare le tasse?

Quando si usa Vinted per vendere è necessario pagare le tasse? È una domanda importante da porsi, soprattutto se si usa spesso per vendere. Scopriamo insieme perché.

Tasse e Vinted, come funziona

Negli ultimi anni Vinted ha conquistato una posizione di rilievo tra le piattaforme di compravendita online in Italia. Il suo successo deriva dalla possibilità di vendere e acquistare capi di seconda mano in modo semplice, economico e sostenibile. Spesso e volentieri però non teniamo conto di qualcosa che potrebbe avere davvero importanza. Ovvero la corretta gestione fiscale delle vendite effettuate sulla piattaforma.

Dal punto di vista tributario, la prima distinzione fondamentale riguarda la natura dell’attività svolta. Se un utente utilizza Vinted in modo sporadico, vendendo abiti o accessori personali usati, non si parla di attività commerciale ma di semplici cessioni tra privati.

In questi casi non sorge alcun obbligo fiscale, poiché non si realizza un reddito vero e proprio. Vendere una giacca o un paio di scarpe già indossate significa semplicemente recuperare una parte della spesa sostenuta in passato, e non generare un profitto tassabile. L’Agenzia delle Entrate considera queste operazioni come atti di natura occasionale e non soggetti a imposizione.

La situazione cambia radicalmente quando la vendita diventa abituale e organizzata, con l’intento di trarne un guadagno stabile. Se un utente, per esempio, acquista capi con lo scopo di rivenderli, oppure pubblica regolarmente numerosi annunci generando entrate ricorrenti, allora l’attività assume le caratteristiche del commercio elettronico abituale. In questo caso, la legge italiana richiede l’apertura di una partita IVA, l’iscrizione alla Gestione Commercianti INPS e la tenuta di una contabilità adeguata.

I proventi ottenuti devono essere dichiarati e sono soggetti a tassazione secondo il regime fiscale scelto. Il forfettario, ad esempio, con un’imposta sostitutiva agevolata oppure il regime ordinario, con tassazione progressiva IRPEF e IVA applicata sulle vendite.

Le soglie da rispettare

Un ulteriore elemento da considerare è l’effetto della Direttiva europea DAC7, entrata in vigore nel 2024. Questa normativa impone alle piattaforme digitali come Vinted di comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati dei venditori che superano determinate soglie di attività.

In Italia essa corrisponde a oltre 30 transazioni o 5.000 euro di ricavi annui. Nel caso avvengano, le informazioni vengono trasmesse automaticamente. In questo modo, il fisco può verificare se il venditore stia operando come semplice privato o come soggetto che svolge un’attività economica a tutti gli effetti.

In questo modo si cerca di contrastare l’evasione fiscale e rendere sicure le transazioni per tutti. Facendo in modo tale che chi intraprende una attività lavorativa imprenditoriale attraverso Vinted sia tenuto a corrispondere il giusto al fisco.

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