Lottomatica dice la sua sulla tassazione delle vincite rilevanti

 La precisazione è arrivata immediata e pronta: il Gruppo Lottomatica, celebre spa romana quotata a Piazza Affari e attiva nell’ambito delle lotterie e delle scommesse, è entrata nel merito di alcune anticipazioni che erano state avanzate da Raffaele Ferrara, direttore generale dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. In pratica, quest’ultimo era intervenuto in sede di Commissione Finanze alla Camera dei Deputati, esprimendo la propria opinione in relazione ai decreti dirigenziali che gli stessi Monopoli sono costretti ad adottare in questo momento dopo l’approvazione della cosiddetta “Manovra Bis”. Come ha spiegato Lottomatica, infatti, questi stessi decreti non sono ancora noti nella loro completezza testuale, ma comunque è già possibile stilare una sorta di valutazione su quelli che sono gli elementi più importanti di questa disciplina.

Anzitutto, non si può non fare riferimento alla imposizione fiscale di un’aliquota del 6% che andrà a riguardare le vincite in denaro di importo superiore ai cinquecento euro; la cosiddetta “tassa sui giochi”, già fortemente criticata da alcune associazioni dei consumatori (Adusbef e Federconsumatori in primis), non è una novità assoluta in questo senso, visto che esperienze simili vi sono state anche negli anni passati; il Lotto viene già tassato al 6% attualmente, ma le tassazioni che sono state finora adottate non hanno mai inciso in maniera negativa sui consumi, tanto che il settore non ha mai risentito di alcuna crisi (i consumatori stessi si lamentano proprio di questo, dato che si andrebbe a rovinare la salute di molti cittadini).

Inoltre, la misura in questione è stata focalizzata su quelle vincite che vengono considerate più rilevanti e sostanziose, ma le statistiche parlano chiaro, si tratta di eventi poco frequenti; secondo le stime di Lottomatica, infatti, ben il 95% delle vincite complessive non verrebbe coinvolto dalla novità. Alla luce di tutto questo, la domanda di gioco è destinata a rimanere invariata, quindi si attendono in futuro nuovi dibattiti che coinvolgano le parti interessate.

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