Dar Fur, dove il denaro non conta: qui il lavoro viene pagato in birra

 Non è una novità, ma in pochi lo sanno: nel Dar Fur, un’ ampia regione del Sudan centromeridionale, verso i confini con il Ciad, i coltivatori musulmani vengono pagati in birra.
Quest’ area, infatti, è costituita da un massiccio montagnoso dove i coltivatori musulmani usano la tecnica del bastone da scavo per coltivare principalmente il miglio. L’ allevamento è scarso ed ogni famiglia è lagata alle altre con obblighi reciproci.
La particolarità di quest’ area è che vige un doppio sistema di scambio: nel primo circolano lavoro e birra associati a miglio e case; nel secondo denaro e altri beni di mercato.

All’ interno di ciascuno dei due circuiti, esiste un rapporto di convertibilità tra i beni oggetto dello scambio: il lavoro viene scambiato con contropartite in birra (che si ottiene dal miglio), mentre gli altri beni sono scambiati liberamente con il denaro.
Non esiste invece un rapporto di convertibilità tra i due circuiti: il lavoro non può essere scambiato con il denaro. In più, il circuito lavoro-birra gode di maggior considerazione rispetto al circuito associato al denaro.

MOGLI E CASE
Se il denaro è necessario per pagare i compensi matrimoniali (per ripagare la famiglia della sposa della perdita di una risorsa) ed il pellegrinaggio alla Mecca, gli investimenti in lavoro e birra consentono invece di comprarsi una casa e di procurarsi tutti i mezzi di sostentamento per il lavoro stesso.

LA CONDANNA MORALE DEL DENARO
La filosofia che governa questo doppio circuito di scambio è quello della solidarietà sociale. L’ esistenza di un doppio circuito è basata sulla condanna morale dello scambio lavoro-denaro e dello scambio birra-denaro, ovvero su una ragione di carattere ideologico.
La riluttanza a cedere lavoro in cambio di un salario tradisce un’ ideologia imperniata sulla non disponibilità della terra e del lavoro sul piano dello scambio commerciale: la terra e il lavoro non sono semplici beni che possono essere comprati e venduti, ma mezzi di produzione che devono essere allocati in modo comunitario.

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