ll caos delle polizze dormienti regna ancora sovrano

 Il problema delle polizze dormienti nel nostro paese è ben lontano dall’essere risolto: la chiarezza non esiste affatto, la comunicazione si presenta a dir poco difficoltosa e i possessori continuano a lamentare delle differenze evidenti di trattamento. Tutto ciò è stato messo in luce da diverse associazioni dei consumatori, secondo cui il Decreto Legge numero 179 del 2012 (“Ulteriori misure urgenti per la crescita e lo sviluppo del paese”) conterrebbe una disposizione preoccupante. Di conseguenza, vi dovrà essere un incontro tra le stesse associazioni e l’istituto che vigila sul settore assicurativo, l’Ivass, senza dimenticare le commissioni parlamentari che sono competenti.

La richiesta esplicita è quella di modificare il quattordicesimo comma dell’articolo 22. Cerchiamo di capire meglio cosa è successo. Adiconsum, Adoc, Acu, Adusbef, Altroconsumo, Assoutenti, Codici, Confconsumatori, Casa del Consumatore, Federconsumatori, Lega Consumatori, MC e Mdc hanno lanciato l’allarme su caos provocato dalla disposizione. Secondo quest’ultima, per superare le disparità delle polizze vita relative ai consumatori, i diritti dei contratti di assicurazione e riassicurazione cadono in prescrizione nel giro di due anni, cioè da quando si è verificato il fatto, ad esclusione del contratto di assicurazione sulla vita (prescrizione prevista in dieci anni).

Ebbene, già cinque anni fa vi fu una legge che provocò notevole confusione da questo punto di vista. In quel caso, i risparmiatori subirono il rifiuto del pagamento delle polizze stipulate dai loro genitori, proprio a causa della prescrizione, essendo trascorsi due anni dalla morte dell’assicurato. Il fondo dormienti è stata la soluzione ritenuta più idonea, ma a grave svantaggio dei cittadini dei coinvolti. Come reso noto dalle associazioni, con il comma citato in precedenza non si risolve di certo la situazione per quel che riguarda il futuro, visto che la prescrizione di dieci anni è stata resa addirittura retroattiva. I clienti, infine, non sono stati avvisati in modo adeguato, con gli assicuratori e agenti bancari che hanno consigliato di non rimborsare nell’immediato la polizza.

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