Banche, a rischio per tassi troppo alti?

Le banche e i loro tassi troppo alti potrebbero gettare in crisi le imprese e se stesse. E questo l’allarme lanciato nel corso del Festival dell’economia tenutosi recentemente a Torino dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli.

Le banche e la crisi delle imprese

Qualcosa che non deve essere sottovalutato, dato che potrebbe davvero gettare in una situazione spiacevole l’intero settore. Portando a un importante deterioramento del credito bancario. Perché? Per via della difficoltà da parte le imprese soprattutto e dei privati nel restituire i soldi che hanno ricevuto in prestito.

L’attuale momento storico, dal punto di vista economico, ci racconta che l’inflazione e il caro energetico hanno portato non pochi problemi alle banche e ai loro clienti. Soprattutto perché si sono affacciati come elementi di disturbo quando ancora non erano state superate le criticità legate alla pandemia.

Il presidente dell’Abi è molto chiaro per quel che concerne le banche. Potrebbero trovarsi nei guai perché le imprese non hanno formulato dei piani pluriennali con “previsioni di costi adeguati alla liquidità”. Cosa significa questo? Semplice: se i tassi di interesse dovessero ancora crescere, il deterioramento del credito potrebbe avverarsi in modo sostenuto. Proprio per via della crisi scatenata dai maggiori costi nelle imprese.

È difficile per i risparmiatori abituati a tassi zero o negativi negli ultimi anni avere a che fare con l’attuale criticità, non avvezzi a formulare conti di previsione dei costi dei mutui a tasso variabile e dei prestiti sottoscritti negli ultimi vent’anni.

Una situazione aggravata da diverse criticità

Le stime di Bankitalia ci raccontano come il 63% dei mutui sottoscritti nel nostro paese sia a tasso fisso e quindi non toccato da questo problema. È differente però la situazione per le banche e non solo se si prende in considerazione il 37% di aziende e clienti privati che hanno optato per un mutuo a tasso variabile. Una scelta che ha consentito loro di risparmiare per molti anni ma che li obbliga a pagare di più adesso.

Il pericolo risiede proprio nel palesarsi di questa difficoltà dei risparmiatori che porterebbe a un effetto domino capace di abbattere le banche. Queste, come sottolinea Antonio Patuelli, possono prevenire gli effetti del problema accantonando maggiori utili.

Ma allo stesso tempo si deve tenere da conto che ciò passa per specifiche azioni. E che non è sempre facile comportarsi in modo adeguato. Al momento l’economia è gravata dall’inflazione e altre criticità che portano famiglie imprese a far fatica ad arrivare a fine mese. Anche in ragione di una politica monetaria della Bce molto restrittiva messa in campo proprio per combattere l’inflazione e le sue conseguenze.

Se pensiamo poi alla situazione di istituti come Credit Suisse qui nel nostro continente, ci rendiamo conto di quanto la politica monetaria scelta rischi di portare molti nodi al pettine.

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