Crisi lavoro, è boom di licenziamenti

 Non accenna ad arrestarsi l’emorragia del mercato del lavoro. Stando a quanto afferma una recente analisi compiuta dal ministero del lavoro, infatti, da gennaio a settembre del 2012 sarebbero stati rilevati ben 640 mila licenziamenti, in incremento dell’11 per cento rispetto allo stesso periodo del precedente anno. Le assunzioni vengono invece effettuate prevalentemente con contratti non stabili, andando in tal modo a rendere sempre più precario il contesto attuale.

Stando ai dati del ministero, infatti, tra gennaio e settembre sono stati attivati 7,9 milioni di contratti, a fronte di 7 milioni di rapporti di lavoro cessati. Un dato che sembra essere positivo, ma che è dovuto essenzialmente alle specifiche caratteristiche contrattuali (vedi anche I licenziamenti a catena della Newlat).

Di fatti, riportava il Fatto Quotidiano in un suo approfondimento dedicato al tema, la tendenza ad assumere con contratti non stabili è stata “evidente”. Ragionando in termini numerici, “su 2.462.314 rapporti di lavoro attivati nel periodo solo 430.912 risultano a tempo indeterminato (appena il 17,5% del totale). Risultano invece a tempo determinato 1.652.765 rapporti di lavoro attivati (il 67,1% del totale) mentre i contratti di apprendistato sono stati 61.868, i contratti di collaborazione 156.845 e gli “altri” 159.924. I contratti di collaborazione sono diminuiti drasticamente: il calo percentuale rispetto rispetto al terzo trimestre 2011 è stato del 22,5%, mentre il calo dei contratti “altri” è stato del 24,3%. Diminuiscono del 5,7% i contratti a tempo indeterminato, dell’1,9% quelli a termine e del 13,7% i contratti di apprendistato”.

Di contro, per quanto concerne le cessazioni dei rapporti di lavoro, il ministero suole distinguere tra quanto accade a richiesta del lavoratore (principalmente, per dimissioni volontarie e pensionamento) e quelle promosse invece da parte del datore di lavoro (principalmente, licenziamenti o cessazioni delle attività). Ebbene, i licenziamenti sono stati 640 mila nel corso del periodo gennaio – settembre 2012, di cui 226 mila solamente nel terzo trimestre dell’anno. Dimissioni diminuite a quota 1,1 milioni di unità, contro 1,22 milioni del 2011 (vedi anche Licenziamenti gruppo Mondadori).

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