Fondiaria Sai ancora dominata dall’incertezza

 La lente finanziaria deve ancora ingrandire nel dettaglio la situazione di Fondiaria Sai, compagnia assicurativa che resta una delle principali protagoniste, nel bene e nel male, di Piazza Affari; in effetti, la spa torinese gestita dalla famiglia Ligresti deve ora fare i conti con gli scarsi risultati che si ottenuti nel corso del meeting di ieri sera tra l’amministratore delegato del gruppo stesso, Emanuele Erbetta, e Giancarlo Giannini, numero uno dell’Isvap (l’istituto che vigila sull’operato delle assicurazioni private). In realtà, ci si attendeva molto di più da questo incontro tanto chiacchierato, anche perché bisogna comprendere se l’ipotesi di un veicolo specifico da creare e sfruttare per farvi confluire le quote strategiche della società in questione possa diventare una realtà concreta.

Tra l’altro, i dubbi aumentano anche dopo la pubblicazione del comunicato di FonSai, con il quale è stato resto noto che il progetto a cui si è appena fatto riferimento deve ancora essere approfondito, in modo da capire se sia realmente percorribile e fattibile. La newco non sembra dunque suscitare grandissimo interesse, eppure se n’è parlato a più riprese, cosa si può prevedere per il futuro più immediato? Allo stato attuale delle cose, non esiste alcun tipo di elemento concreto che può essere comunicato al mercato, né per quel che riguarda un esito favorevole né quello sfavorevole dell’operazione finanziaria. La stessa compagnia piemontese sta pensando a quali saranno le novità più importanti da discutere nella prossima riunione del consiglio di amministrazione.

In particolare, secondo quanto sta trapelando dalle più accreditate indiscrezioni di stampa, il prossimo 12 dicembre di dovrebbe parlare non tanto di questa creazione del veicolo, ma più che altro dell’incertezza che sta circondando attualmente la società. Altre voci, poi, hanno fatto intendere che l’autorità che vigila sul settore assicurativo è in procinto di richiedere un potenziamento consistente che possa basarsi su nuove risorse finanziarie e su un aumento di capitale di importo superiore ai cinquecento milioni di euro.

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