Marchio Ikea vale 9 miliardi di euro

 Ikea il gigante svedese dei mobili  vale 9 miliardi di euro. .. l’equivalente di circa 229 milioni di librerie “Billy” (80 cm di larghezza,  28 cm di profondità, 202 cm di altezza, per 39,33 euro al pezzo, come da catalogo Ikea).

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Groupon torna in utile ma delude

 Andrew Mason, fondatore di Groupon, è soddisfatto: nonostante le difficoltà in Europa e i continui investimenti in tecnologia e infrastrutture i risultati del trimestre sno più che soddisfacenti. La società, con sede a Chicago, ha infatti registrato un incremento del fatturato del 44,8%, a 568,3 milioni di dollari (459,2 milioni di euro), archiviando il trimestre con un utile netto di $ 28,4 milioni per le sue attività tra aprile e la fine di giugno. Un risultato che contrasta con la perdita di 107,4 milioni di dollari accusata lo scorso anno nello stesso periodo  e che in parte beneficia di una riduzione del budget di marketing del 58% in un anno.

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Deutsche Telekom conferma target e dividendo

 Deutsche Telekom, il gruppo di telecomunicazioni più grande della Germania, ha riportato nel secondo trimestre risultati migliori del previsto, nonostante la forte concorrenza del mercato e un netto calo delle vendite in Europa.

L’utile netto è aumentato del 76%, portandosi a €614 milioni, rispetto ai 607 milioni di euro stimati dagli analisti. L’operatore telefonico tedesco, che l’anno scorso ha avviato un profondo piano di ristrutturazione, inclusi massicci tagli al personale, ha beneficiato del calo dei suoi costi e dell’ottima performance delle attività negli USA.  

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Android e Samsung dominano mercato smartphone

 Difficile trovare un posto accanto ad Android. Le cifre emerse da uno studio DigiTimes Research, e pubblicate dallo stesso istituto parlano chiaro. Confermata l’egemonia di iOS e Android nel segmento smartphone, con una quota di mercato dell’85% raggiunta nel corso del secondo trimestre. La leadership del gruppo sud-coreano Samsung nel settore è quindi fuori discussione.

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Richemont, Prada: brilla il settore del lusso

 L’aggaravarsi  della crisi del debito in zona euro non sembra aver urtato i giganti del settore, almeno per ora … l’industria del lusso continua a sfavillare, in mezzo alle tenebre dell’economica globale. Richemont, il numero due al mondo con sede a Ginevra, proprietaria di marchi come MontBlanc, Lancel, Cartier, Chloe o Baume & Mercier, ha avvertito che le vendite del gruppo per i quattro mesi conclusi a fine luglio sono aumentate del 24%: il risultato operativo e l’utile netto dovrebbero pertanto crescere del 20 e 40%, rispettivamente, nel primo semestre 2012 (contro il consensus di Bloomberg che stimava una progressione del 18% e del 31% nello stesso  periodo).

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GM in crisi chiude stabilimenti europei

 General Motors (GM), leader del mercato auto a “stelle e strisce”, ha registrato un crollo pari al 40% dell’utile, a causa, soprattutto, delle perdite accusate in Europa e del tasso di cambio sfavorevole. Ed è proprio nel Vecchio Continente che il gruppo spera di raggiungere un accordo entro l’autunno con i sindacati, che si oppongono alla chiusura di stabilimenti europei.

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BMW: utile in calo ma outlook confermato

 Nel secondo trimestre del 2012, la casa automobilistica BMW ha realizzato un utile netto di gruppo in calo del 28,1%, fino a 1,3 miliardi di euro (1,94 euro per azione). Nonostante l’attuale congiuntura economico-finanzaria, il gruppo ha confermato il suo outlook per l’anno 2012. Gli analisti avevano previsto un calo dell’utile netto leggermente meno pronunciato, pari al 24%, fino a 1,4 miliardi di euro.

Il risultato operativo (EBIT) si è attestato al 19%, a 2,3 miliardi di euro, pari a un margine dell’ 11,8% contro il 15,7%.

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Volkswagen: con Fiat è guerra aperta

 Volkswagen vuole che Sergio Marchionne (Fiat) lasci la presidenza di turno dell’Associazione dei costruttori europei. L’italo-canadese ha duramente attaccato il gruppo tedesco, giudicando troppo aggressiva la politica commerciale dei prezzi praticata in Europa.

Non corre buon sangue tra Volkswagen e Fiat. Il produttore tedesco esorta il patron della casa automobilistica italiana a rinunciare alla carica di presidente dell’ACEA (Associazione europea costruttori di automobili). L’Azienda di Wolfsburg non ha affatto gradito l’uscita, forse poco diplomatica, di Sergio Marchionne, CEO di Fiat SpA. Secondo Volkswagen la presenza di Sergio Marchionne alla presidenza di Acea è “intollerabile” e pertanto ne ha chiesto le dimissioni.

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