Il piano di riorganizzazione proposto da Kodak

 Eastman Kodak, celebre azienda americana legata al mondo della fotografia e in amministrazione controllata dal 2012, ha offerto uno swap da 2,7 miliardi di dollari: in pratica, si tratta di debito unsecured utile per i titoli azionari di una nuova compagnia, un piano di riorganizzazione su cui si sta puntando con una certa convinzione. Tra l’altro, la scelta della multinazionale di Rochester segue di appena due giorni l’accordo siglato con il piano pensionistico britannico della stessa Kodak; nel caso di specie, c’è stato un impegno ben preciso che ha coinvolto una somma pari a 650 milioni di dollari.

Come ha precisato Antonio Perez, numero uno e amministratore delegato della società statunitense, a questo punto la strada intrapresa è chiara e giusta, visto che si sta tentando di posizionare l’azienda in modo da avere un futuro proficuo e sostenibile. Con una riorganizzazione simile si può immaginare uno scenario determinato. In effetti, gli attuali azionisti del gruppo verrebbero messi da parte ed estromessi, mentre la priorità andrà ad altri soggetti, vale a dire quelli che sono in possesso di titoli privilegiati, con la restituzione di 424 milioni di dollari.

I detentori del debito generale unsecured (si tratta di reclami pari a 2,7 miliardi di dollari per la precisione) vedranno valutati i loro strumenti finanziari per un importo compreso tra gli 1,6 e i 2,2 miliardi, una somma di denaro che è decisamente migliore rispetto a quella che si otterrebbe in caso di liquidazione della società, un elemento sottolineato a più riprese da Kodak. A questo punto bisogna attendere che il piano che è stato descritto venga approvato dal giudice che si sta occupando della bancarotta in questione: una data possibile per la decisione si aggira attorno alla metà di giugno, seguita poi dal voto da parte dei creditori sulla proposta. Il caso è stato affidato al Distretto Sud di New York (Manhattan).

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