Cosa comporta la riforma della Pac per l’Italia

 Sono passati appena tre giorni da quando è stata portata a compimento la riforma della Politica Agricola Comune, meglio nota con l’acronimo Pac: l’iter di approvazione a cui si sta facendo riferimento riguarda il periodo successivo al 2014, grazie al via libera al regolamento orizzontale sulla gestione e sul monitoraggio di questa politica. Quali sono le novità più importanti e, soprattutto, che risvolti avranno per il nostro paese? Entrando maggiormente nel dettaglio della questione, c’è da dire che le risorse relative ai pagamenti diretti saranno ripartite secondo un criterio nuovo di zecca. Il funzionamento è presto detto, dato che non vi sarà alcuno stato membro dell’Unione Europea che potrà ricevere meno del 65% della media comunitaria.

In relazione all’Italia, l’aumento sarà pari a quarantaquattro milioni di euro l’anno a regime. Molto importanti sono anche le novità che riguardano il greening. Tutte quelle aziende che sono dotate di certificazione ambientale, che rispettano le pratiche di tipo agroambientale e che praticano l’agricoltura biologica avranno la possibilità di ottenere in automatico i cosiddetti “pagamenti verdi”; in aggiunta, vi sarà un esonero per le imprese con il 75% della superficie coltivata a riso.

Altre misure di sostegno di tale tipo, inoltre, sono da collegare alle regioni in cui gli agricoltori si trovano in uno stato di grave difficoltà finanziaria a causa di eventi eccezionali. Non si possono neanche dimenticare gli aiuti concessi ai piccoli agricoltori, le innovazioni del sostegno accoppiato (per tutti i prodotti agricoli) e il tetto agli aiuti verso l’alto, il quale esclude le cooperative. Secondo il parere di Confagricoltura, le modifiche registrate si possono considerare positive, in attesa di un negoziato difficile e complesso su cui sarà opportuno vigilare. Qualche perplessità, al contrario, è stata espressa in merito ai tagli delle risorse al settore primario, oltre al ridimensionamento del potenziale produttivo a causa della eccessiva enfasi sulla ridistribuzione dei pagamenti.

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