L’avvio complicato della vendemmia del 2012

 Le uve bianche Chardonnay hanno rappresentato la prima raccolta della vendemmia italiana di questo 2012: si tratta di un momento molto importante per il nostro settore agricolo e, di riflesso per l’intera economica, ma il clima rischia di rendere meno idilliaco del previsto tale quadro. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una costante in tal senso, vale a dire l’aumento delle temperature e il conseguente anticipo della partenza della vendemmia, ma la siccità attuale è un problema ancora più pesante e di non semplice gestione.

Bisognerà sperare in una buona quantità di piogge per quel che concerne la fine del mese di agosto, altrimenti potrebbe diventare una triste realtà un calo della produzione pari a ben dieci punti percentuali. Tutti questi dati e previsioni sono stati forniti direttamente dalla Cia, la confederazione italiana che raggruppa i nostri agricoltori: nello specifico, si parla, come ha già messo in luce la Coldiretti, di un contenimento deciso della produzione stessa, vale a dire qualcosa come 40-43 milioni di ettolitri, nonostante la qualità dei vini dovrebbe essere buona, se non ottima. Tutto dipenderà dall’incerto andamento climatico, visto che i numerosi anticicloni hanno da tempo costretto le aziende a vendemmiare solamente nelle ore mattutine, cercando di non stressare troppo le uve stesse.

Il caldo, poi, ha rovinato molti vigneti e in questo modo i risultati del nostro paese sono stati a dir poco contrastanti. Le regioni che hanno sofferto di più per l’assenza di piogge sono senza dubbio la Puglia, la Toscana, il Veneto, l’Emilia-Romagna, ma anche il Piemonte e il Friuli Venezia Giulia. Neanche in Lombardia gli agricoltori hanno vissuto ore piacevoli, in quanto sono stati costretti a ridurre la produzione del celebre spumante Franciacorta. Ben il 60% della produzione complessiva del nostro paese sarà destinata ai vini di qualità, con un numero molto interessante di prodotti Doc, Docg e Igt.

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