Enel fa il punto sui propri investimenti in Guatemala

 Ammonta a ben 5,4 milioni di dollari l’ultimo investimento che Enel ha perfezionato in Guatemala: volendo essere ancora più precisi, le iniziative poste in essere dall’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica sono state pensate e progettate per venire incontro alle principali esigenze di parte della popolazione del paese centro-americano, vale a dire quella che risiede nell’area della diga di Palo Viejo. L’obiettivo, quindi, non è solamente quello di mettere a disposizione energia in tutto e per tutto pulita, il vero e proprio motore per quel che riguarda lo sviluppo sociale, ma anche quello di sostenere della gente che non ha accesso alle stesse risorse di altri cittadini. Come ha messo in luce Fulvio Conti, amministratore delegato della celebre spa, quest’ultima ha voluto pensare agli indigeni Coatzal, una risposta chiara e inequivocabile alle richieste del vescovo locale Alvaro Lionel Ramazzini, il quale è proprio intervenuto nel corso dell’ultima assemblea degli azionisti.

Il discorso di Conti è stato incentrato, in particolare, sull’apprezzamento nei confronti dell’impegno del prelato in questione, nonché della sua congregazione e della Chiesa in questa parte del mondo. Ramazzini ha infatti invitato a rendere partecipi anche gli indigeni guatemaltechi dei guadagni conseguiti da Enel attraverso il suo progetto che sfrutta l’energia idroelettrica. D’altronde, l’economia nazionale non è certo tra le migliori al mondo, nonostante i numerosi finanziamenti esteri e la costante presenza nella lista grigia dell’Ocse, a causa delle numerose persone che si affidano al Guatemala come paradiso finanziario.

L’illuminazione delle abitazioni e l’automazione del lavoro agricolo possono sostenere molti settori ed ecco giustificata la presenza di Enel. Tra i vari progetti che hanno contribuito ai già citati 5,4 milioni di dollari bisogna menzionare sicuramente le scuole e molte altre infrastrutture, programmi e iniziative che sono stati pensati per migliorare le condizioni e le aspettative di vita degli indios, cercando di ridurre il più possibile lo sfruttamento che avviene nei campi.

Lascia un commento