La Consob interrompe il divieto di vendite allo scoperto

 Gli ultimi mesi erano stati caratterizzati da un numero incredibile di proroghe per quel che concerne le cosiddette vendite allo scoperto: questa operazione finanziaria consiste essenzialmente nel vendere dei titoli specifici che non sono direttamente in possesso del venditore stesso e la Consob ha più volte chiarito come queste pratiche debbano essere vietate, anche se con l’interruzione delle proroghe temporali lo short selling potrebbe tornare ad essere effettivo. L’ultima scadenza era prevista proprio per oggi, ma il presidente della Commissione, Giuseppe Vegas, ha deciso di non prolungare ulteriormente il provvedimento in questione. L’adozione di tale misura risale addirittura allo scorso 12 agosto e quindi sono ben sei mesi che viene mantenuta in vita.

Nel dettaglio, essa prevede che siano vietate nella maniera più assoluta le assunzioni oppure gli aumenti di posizioni nette corte (appunto le vendite allo scoperto), delle posizioni al ribasso che hanno spesso provocato dei gravi problemi a livello di mercati finanziari: queste stesse posizioni sono calcolate come la differenze tra le vendite e gli acquisti, tendendo in ampia considerazione gli strumenti oggetto della negoziazione e senza escludere perfino i famigerati derivati. Vegas si trova attualmente a Londra per discutere e perfezionare il “matrimonio” tra Borsa Italiana e il London Stock Exchange, nozze che sono comunque già ben consolidate.

La Consob si è comunque comportata come le sue equivalenti che operano in altri paesi europei, ad esempio il Belgio, la Spagna e la Francia, dunque c’è stato una sorta di allineamento comunitario: in questi altri tre stati, infatti, il divieto è stato rimosso nei giorni scorsi, visto che ormai non viene più avvertito lo stesso pericolo dei mesi passati e i mercati godono di condizioni di salute sicuramente migliori. Altri freni saranno comunque ancora ben inseriti: si tratta, nello specifico, del divieto di vendite allo scoperto che non sono associate alla disponibilità di titoli al momento esatto dell’ordine (in gergo tecnico sono definite come “nude”).

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