Settimana decisiva per la Grecia?

 Settimana decisiva per la Grecia? Il default di pagamento è possibile? Che cosa resta da fare? Ecco alcuni chiarimenti …

L’avversione al rischio torna ad affacciarsi sui mercati finanziari, conseguentemente alla bocciatura da parte dei ministri delle finanze della zona euro delle proposte dei creditori privati ​​della Grecia. Le speranze per una rapida conclusione dei complessi colloqui ad Atene, al fine di evitare un default sul debito greco, si sono ridotte. La Grecia vuole una soluzione entro la fine della settimana, all’alba del prossimo vertice UE, in programma il 30 gennaio, su cui il destino della Grecia avrà un impatto cruciale.

Le trattative mirano a ridurre il debito greco da 350 a 250 miliardi di euro attraverso uno scambio negoziato di obbligazioni. Ciò si tradurrebbe in una riduzione di almeno il 50%, ma forse superiore, del valore nominale dei titoli detenuti da parte dei creditori privati, dunque in perdite per questi ultimi. Uno dei temi principali dei colloqui è il tasso di interesse che lo stato greco pagherà sulle obbligazioni di nuova emissione per sostituire i titoli attuali. La Grecia ha annunciato che non avrebbe pagato un tasso superiore al 3,5% su nuovi titoli, mentre i creditori privati pretendono almeno il 4%.

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La Grecia fa tremare il Portogallo

 Un altro fine settimana …. e siamo ancora in attesa di un risultato in Grecia. I negoziatori-capo dell’Institute of International Finance (IIF) hanno lasciato il paese e ancora non si è sentito nulla che, almeno lontanamente, sembri risuonare come un affare concluso.

I detentori privati ​​di debito greco hanno fatto la loro offerta “massima” circa le perdite che sono disposti ad accettare, secondo quanto riferito da coloro che stanno coducendo le trattative, lasciando intendere che ogni richiesta ulteriore potrebbe uccidere un accordo “volontario” e innescare un default.

Charles Dallara, direttore dell’Institute of International Finance, ha detto in un’intervista di essere “molto speranzoso e fiducioso” che le due parti possano raggiungere un accordo che impedirebbe un vero e proprio default della Grecia, quando un bond del valore di 14,4 miliardi di euro giungerà a scadenza nel mese di Marzo.

Dovremo solo aspettare e vedere. Ci sono molte incognite sul fatto che l’accordo iniziale possa essere realmente siglato e che questo potrà ritenersi sufficiente. Le voci di un haircut del 65-70% sono corrette? Gli hedge fund bloccheranno tale posizione? La Grecia dovrà applicare in modo retrospettivo una clausola di azione collettiva per ottenere un alto tasso di partecipazione? E i CDS ? E la BCE? Il resto dell’UE concorderà o ci sarà qualche azione legale?

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Germania salvatrice dell’Eurozona?

 Il downgrade di S&P pone la Germania nella scomoda posizione di salvatore dell’Eurozona. Oramai, sembra essere la sola in grado di impegnare fondi in caso di peggioramento della crisi. La Germania è il grande vincitore uscente di questa nuova revisione generale dei rating da parte dell’agenzia americana Standard & Poor’s. Unico paese della zona euro a conservare la propria preziosa tripla A con outlook stabile, la Repubblica federale si è vista confermare ufficialmente uno status che, di fatto, aveva già da molto tempo, ovvero quello di locomotiva dell’unione economica e monetaria.

Finanziariamente e politicamente, la posizione e il peso della Germania potrebbero migliorare anche in maniera significativa. Il paese sembra ormai detenere la chiave della fiducia nell’area dell’euro. Questo potrebbe riflettersi sull’alleanza Parigi-Berlino e presto farsi sentire nei negoziati sulla riforma dei trattati, la cui conclusione è prevista per il prossimo marzo.

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