Moody’s: anemica la crescita italiana

Moody’s ha dato il suo giudizio sulla crescita italiana e lo stesso è tutt’altro che piacevole: chi si aspettava miglioramenti è rimasto evidentemente a bocca asciutta purtroppo dato che l’agenzia di rating ha infatti definito la crescita del nostro paese come “anemica”. E quindi in pratica inesistente.

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Aumento Iva, si rischia crollo consumi

Un nuovo aumento dell’Iva porterebbe ad un crollo dei consumi. Sebbene il governo stia valutando il rialzo delle aliquote Iva per finanziare l’abbattimento dell’Irpef, è impossibile non sottolineare come questo porterebbe delle durissime ripercussioni sugli italiani.

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Cina, scendono stime di crescita al 6,5%

Scendono le stime di crescita per la Cina relativamente al 2017: esse si fermeranno secondo gli analisti al 6,5% ed a darne notizia è lo stesso governo centrale per voce del premier Li Keqiang al Congresso nazionale del Popolo, in un incontro dove Pechino ha presentato il suo “Rapporto sul lavoro del governo” annuale.

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Eurostat 2013 conferma miglioramento crisi Eurozona


Arrivano notizie abbastanza confortanti dall’Eurostat in argomento crisi economica. A quanto pare c’è stato un miglioramento dell’Eurozona in questa seconda parte del 2013 che ha fatto registrare un innalzamento europeo del Pil.

Il Vecchio Continente sembra respirare meglio rispetto al passato, anche se chiaramente non si può parlare di crisi finita. I dati alla mano forniti da Eurostat 2013 sono alquanto positivi, ma non è un discorso globale, che riguarda insomma tutti i Paesi europei.

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Abi prevede Pil 2013 in calo

 L’Abi, l’associazione bancaria italiana, ha formulato alcune interessanti previsioni sul futuro dell’economia e della finanza italiana, preannunciando una contrazione del 2,1 per cento nel 2012 e un’ulteriore contrazione nel 2013 per lo 0,6 per cento. Tuttavia, nella seconda parte del prossimo anno il prodotto interno lordo potrebbe riprendere a crescere, per poi puntare al 2014 con una chiusura in territorio positivo, per 0,8 punti percentuali. Rimangono infine elevati i rischi di un rallentamento internazionale.

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Web Economy: pesa per l’8,3% del Pil britannico

 Secondo una recentissima ricerca condotta dal Boston Consulting Group, la Gran Bretagna sarebbe il Paese del G20 leader per quanto concerne la web economy. Nell’area, infatti, l’8,3% del prodotto interno lordo sarebbe rappresentato proprio dall’economia che ruota intorno alla rete. Inoltre, il 13,5% degli acquisti viene effettuato su internet, e un cittadino su quattro dichiara di preferire un anno di astinenza sessuale piuttosto che la rinuncia al collegamento a banda larga. E non è finita qui.

Al di là dello straordinario peso della web economy sul prodotto interno lordo britannico, a sorprendere sono anche i termini assoluti della ricerca del Boston Consulting Group. La web economy d’oltre manica sarebbe infatti già valutata ben sopra i 121 miliardi di sterline (circa 140 miliardi di euro), valore che si riferisce all’ultimo dato statistico utile (il 2010), e che oggi si ritiene superata di una probabile doppia cifra.

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