BCE e tassi, influenza dalla politica italiana?

BCE e tassi, influenza dalla politica (anche economica) italiana? Vi sono alcuni esperti che vedono una correlazione tra l’attesa di Mario Draghi e della Banca Centrale Europea in merito ad un rialzo dei tassi e gli equilibri politici degli stati membri, tra i quali figura anche l’Italia.

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Inflazione, +0,2% a giugno

I prezzi appaiono in leggero aumento durante il mese di giugno. L’Istat ha rilevato un +0,2% mensile e annuo dell’indice dell’inflazione. Si tratta di una stima rivista rispetto a quella preliminare e in aumento dallo 0,1% di maggio.

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I motivi per cui viene messa in discussione la Federal Reserve

 La Federal Reserve, la banca centrale americana per intenderci, non ha attirato ovviamente tutte le simpatie del mondo: c’è anche chi pensa di abolirla, basando il suo ragionamento su diversi aspetti. In particolare, i detrattori sottolineano come si tratti di un sistema progettato dai banchieri internazionali per il loro stesso beneficio e l’impoverimento degli americani. In aggiunta, viene imputato all’istituto il declino del dollaro, più precisamente la perdita del 95% di valore, oltre alle dimensioni eccessive del debito. Vale la pena elencare tre ragioni che potrebbero far pensare all’inutilità della Fed.

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A marzo nuovo calo della fiducia dei consumatori

 I consumatori italiani continuano ad essere poco fiduciosi e non si può certo dar loro torto. Gli ultimi dati dell’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) hanno infatti evidenziato un ulteriore calo a marzo di questo sentimento, vale a dire l’indice del clima di fiducia per la precisione. Quest’ultimo è passato da 86 a 85,2 nel giro di un mese e ciò per diversi motivi. In effetti, il calo a cui si sta facendo riferimento si riferisce sia alla componente che ha a che fare con il quadro economico (in questo caso l’indicatore è letteralmente crollato, passando da 72,7 a 68,8) sia quella relativa al clima personale (la diminuzione è stata più moderata, da 91,7 a 91,4, ma sempre un calo è).

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I cinque consigli dell’Isvap contro il caro Rc Auto

 Il problema delle polizze Rc Auto nel nostro paese è cronico: le tariffe sono in continua ascesa e la gente non riesce a far fronte a questa situazione. Nonostante con il Decreto Liberalizzazioni siano partite alcune novità, gli ostacoli sono stati tutt’altro che rimossi. Ora anche l’Isvap (Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni Private) sembra essersi finalmente accorta di tutto questo, lanciando un conseguente allarme. I dati presi in esame sono quelli che vanno dal mese di aprile dello scorso anno fino a quello recente, 365 giorni in cui i prezzi medi di listino sono cresciuti addirittura più dell’inflazione.

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Lento recupero economia USA

 Grazie alle ultime informazioni statistiche recentemente pubblicate, l’economia negli USA conferma un lieve recupero rispetto al corso dell’ultimo triennio; è quanto emerge dai dati del Beige Book della Federal Reserve, la quale considera “moderato” il ritmo di sviluppo economico che ha interessato il Paese. Continua a crescere il settore manifatturiero, forte di un incremento che interessa la “maggior parte delle regioni”, suscitando previsioni ottimiste da parte delle industrie affini.

Altri segnali positivi si riscontrano inoltre nell’aumento della spesa al dettaglio, e nel settore del mercato immobiliare residenziale, oltre all’offerta di lavoro da parte di aziende, le quali sembrano esser sempre più orientate alla ricerca di manodopera altamente qualificata, al fine di soddisfare il bisogno crescente nel comparto; aspetti che fanno ben sperare gli osservatori macroeconomisti per il futuro dell’economia nordamericana, pur con mantenimento di una generica prudenza.

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BCE, allarme inflazione

 L’area dell’euro si sta muovendo nella giusta direzione e la Banca centrale europea (BCE) ha fatto il suo lavoro per contenere la crisi del debito e consentire un ritorno alla crescita, anche se  modesto, per il prossimo anno.

Questo, in sostanza, il rassicurante messaggio di Mario Draghi, presidente della Bce, consegnato Giovedì al termine della riunione del consiglio dei governatori. Ma sui toni apparentemente distesi (e forse “troppo” ottimistici), è stato immediatamente posto un insolito accento sui rischi di inflazione, orientati al rialzo. Questo suggerisce che l’accomodante politica monetaria, negli ultimi tempi potrebbe subire una svolta, o almeno non dovrebbe ulteriormente ammorbidirsi.

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Confagricoltura lancia l’allarme sul caro gasolio

 Gli allarmi accorati lanciati dal settore primario del nostro paese stanno diventando purtroppo una preoccupante costante negli ultimi tempi: l’ultimo è stato quello di Confagricoltura, la quale ha voluto porre l’accento sui timori legati al caro-carburanti, quello che rischia di diventare una emergenza più che grave per le campagne italiane, una situazione davvero poco sostenibile nel breve termine, oltre che un danno evidente per le aziende del comparto in questione, per le coltivazioni e per tutti gli allevamenti. Il riferimento della confederazione è andato ai nuovi rincari e ai record che sono stati registrati per quel che concerne i prezzi dei vari carburanti, con i due euro al litro per la benzina verde (ma non solo) che si avvicinano in maniera minacciosa. I carburanti sono fondamentali ovviamente anche per l’agricoltura, soprattutto se si pensa che sono utili per il riscaldamento delle serre e delle stalle, in particolare in questi mesi invernali così rigidi, forse in maniera inattesa.

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Cina taglia tasso di riserva obbligatorio (RRR)

 Mentre l’attenzione degli investitori era concentrata sugli sviluppi della saga del debito greco, la Banca popolare cinese (PBoC) tagliava il rapporto di riserva obbligatoria (reserve requirement ratio, RRR) di 50 punti base. La mossa è passata (quasi) inosservata. Gli occhi erano infatti tutti puntati sulla Grecia.

Per la seconda volta dal novembre 2011, la PBoC sta incoraggiando le banche cinesi a prestare di più, riducendo la percentuale minima di riserve richieste (e necessarie) per mantenere il denaro nei loro forzieri. La PBoC ha dichiarato che a partire dal 24 febbraio l’RRR, per le grandi banche commerciali, scenderà al 20,5%, mentre per le banche di medie e piccole dimensioni il tasso di riserva obbligatoria sarà abbassato al 17,5%. La decisione dovrebbe consentire di iniettare 400 miliardi di yuan (63,54 miliardi di dollari) nell’economia, in quanto più prestiti, di solito, significa maggiore liquidità.

“Il taglio aiuterà a iniettare liquidità nel sistema bancario, ad aumentare la capacità di prestito delle banche, e a rafforzare il sostegno all’economia reale”, ha detto Lian Ping, capo economista presso la Bank of Communications. L’obiettivo del “taglio è quello di soddisfare la forte domanda di credito che di solito si verifica nel primo trimestre dell’anno”, ha detto Zuo Xiaolei, capo economista alla China Galaxy Securities.

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