Banche europee a rischio

 Stando a quanto affermato dal Fondo Monetario Internazionale in un recentissimo approfondimento statistico, la fase più difficile della crisi dovrebbe finalmente essere alle spalle, ma i debiti rimarranno elevati ancora a lungo, caratterizzando una “condizione cronica pericolosa”. Non solo. Sempre secondo quanto riferiscono le analisi del FMI, “in Irlanda e in Spagna il debito pubblico è bilanciato da solidi bilanci delle famiglie”.

In proposito dell’Italia, il FMI rivela come l’indebitamento delle famiglie italiane sia pari al 51% del Pil, per un dato inferiore alla media dell’area euro, pari al 70%. In maniera ancora più specifica, l’indebitamento rapportato al Pil risulterebbe essere significativamente minore di quanto riscontrato negli Stati Uniti (88%) e in Inghilterra (99%).

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Le possibili svalutazioni immobiliari dell’Imu

 L’Imposta Municipale Unica non ha certo migliorato le antipatie e le contrapposizioni di cui godeva il suo illustre predecessore, l’Ici: la confusione che regna perfino nei Centri di Assistenza Fiscale (Caf) non aiuta certo nell’avere un’immagine positiva in questo senso, così come non aiutano gli ultimi calcoli che sono stati effettuati dall’Adoc. Secondo le stime dell’Associazione per la Difesa e l’Orientamento del Cittadino, infatti, l’Imu non potrà che avere un impatto devastante su tutte quelle famiglie che hanno deciso di investire i loro risparmi sull’abitazione e gli immobili. Perdere risparmi in questo modo non è certo incoraggiante e lo è ancora di meno se si pensa che i mutuatari saranno costretti a pagare delle rate salate per un immobile che avrà subito una preoccupante svalutazione rispetto al prezzo originario.

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Il nuovo progetto per tutelare la qualità della pasta

 Cesare Marchi scriveva in maniera piuttosto laconica nel 1990 come l’unità del nostro paese, quella sognata dai padri del Risorgimento, fosse rappresentata dalla pastasciutta: ma cosa si sta facendo realmente in Italia per preservare questo alimento così fondamentale e prezioso? L’ultima iniziativa di un certo interesse è quella che è stata adottata in maniera congiunta dalla Coldiretti, dalla Coop e dalla Legacoop Agroalimentare, un progetto che punta a far parlare la pasta con un solo linguaggio, quello italiano. L’intento è facilmente intuibile, ovvero la produzione e lavorazione della materia prima soltanto nel nostro territorio, così da permettere un vero e proprio salvataggio di valori e tradizioni.

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Nuove previsioni per IBM

 International Business Machines Corp., il principale fornitore di sevizi al mondo nel settore computer, ha dichiarato di aver incrementato le proprie previsioni sugli utili annui, dopo aver conseguito un incremento di 7,1 punti percentuali durante il primo trimestre dell’anno, grazie principalmente agli accresciuti margini sul business dei software.

Gli utili operativi cresceranno così ad almeno 15 dollari per azione – ha dichiarato IBM – incrementando le stime di gennaio che si fermavano a 14,85 dollari. Gli analisti predicevano invece un utile operativo per azione pari a 14,92 dollari, con un auspicio pertanto portato ad apprezzamento. La società ha altresì dichiarato di aver conseguito ricavi trimestrali al di sotto delle proiezioni della compagine societaria.

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Citigroup: utili in calo nel primo trimestre

 Il colosso finanziario americano Citigroup non ha rispecchiato le stime degli analisti sui risultati del primo trimestre ed ha perso il 2,3% di incassi (quantificati in 2,93 miliardi di dollari) nella sola prima parte dell’esercizio in corso. Un risultato che ha generato significativa delusione all’interno dei vertici aziendali, che illustrano una situazione di profonda incertezza e precaria stabilità dal punto di vista macroeconomico, specificando che si continuerà a gestire il rischio con “attenzione”.

I dati previsti sul fronte degli utili per azione parlano in proposito di un valore pari a 95 centesimi, inverso rispetto al rialzo previsto – ma mancato – a 1,02 dollari; a influenzare pesantemente sui risultati gestionali sono state le numerose svalutazioni, non controbilanciate dai ricavi del settore trading, triplicati rispetto alla fine del 2011.  

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Lento recupero economia USA

 Grazie alle ultime informazioni statistiche recentemente pubblicate, l’economia negli USA conferma un lieve recupero rispetto al corso dell’ultimo triennio; è quanto emerge dai dati del Beige Book della Federal Reserve, la quale considera “moderato” il ritmo di sviluppo economico che ha interessato il Paese. Continua a crescere il settore manifatturiero, forte di un incremento che interessa la “maggior parte delle regioni”, suscitando previsioni ottimiste da parte delle industrie affini.

Altri segnali positivi si riscontrano inoltre nell’aumento della spesa al dettaglio, e nel settore del mercato immobiliare residenziale, oltre all’offerta di lavoro da parte di aziende, le quali sembrano esser sempre più orientate alla ricerca di manodopera altamente qualificata, al fine di soddisfare il bisogno crescente nel comparto; aspetti che fanno ben sperare gli osservatori macroeconomisti per il futuro dell’economia nordamericana, pur con mantenimento di una generica prudenza.

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Tim Cook il CEO più pagato al mondo

 Dall’analisi effettuata della società Equilar, Tim Cook è risultato l’amministratore delegato più pagato al mondo, con una remunerazione (invidiabile) complessiva pari a 378 milioni di dollari. Inclusi i 900 mila dollari di retribuzione base, circa 16 mila dollari di benefit e bonus vari per 900 mila dollari, andrebbero infatti aggiunti ben 376,2 milioni di dollari ricevute in azioni che, stando ai più recenti valori di mercato, lieviterebbero a quota 634 milioni.

Si tratta, in evidenza di cifre davvero da “capogiro” che confermano il primato di Tim Cook tra i vertici delle aziende statunitensi e mondiali. Ma non è tutto: stando al New York Times, infatti, il CEO di Apple incasserebbe intorno ai 700 dollari al minuto, consolidando un ritmo di introito davvero inegaugliabile sia sul campo dell’amministrazione sia pubblica che privata.

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L’Oreal chiude trimestre positivo

 Buone notizie per L’Oreal, il principale produttore mondiale del settore della cosmetica. La società ha infatti dichiarato di aver concluso il primo trimestre dell’anno con ricavi in incremento di 9,4 punti percentuali a 5,64 miliardi di euro, contro previsioni dei principali analisti pari a 5,53 miliardi di euro. I ricavi da vendite e da prestazioni sono cresciuti in tutte le macro aree, con un picco di fatturato nella zona Asia Pacifico. La divisione con le migliori performance della compagnia è invece quella dei prodotti di maggior pregio.

“Il mercato mondiale della cosmesi rimane particolarmente forte, e il trend sembra essere favorevole per tutti i brand” – ha dichiarato il presidente e amministratore delegato Jean Paul Agon – “Mentre lo scenario economico rimane particolarmente incerto, i primi tre mesi hanno rafforzato la nostra fiducia nella apacità del gruppo di superare le performance del mercato durante il 2012, rafforzando altresì la posizione globale, e potendo altresì archiviare un altro anno di crescita nei ricavi e nei profitti”.

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Utili in crescita per JP Morgan

 Il colosso americano JP Morgan ha chiuso la prima parte dell’anno con un utile pari a 5,4 miliardi di dollari. La nuova strategia aziendale, ed il fatto che i tassi di interesse siano lievemente scesi, hanno riacceso la fiducia delle famiglie statunitensi, che con maggiore facilità riescono ad avere accesso al credito, potendo riprendere ad effettuare acquisti anche di elevato valore. Un discreto miglioramento del comparto occupazionale accresce inoltre le speranze di una ripresa economica generalizzata.

Tornando a JP Morgan, l’utile si è rivelato ben superiore alle precedenti previsioni,  e le azioni sono lievitate da un iniziale profitto di $1,28 a ben $1,31; notizie più che positive per il CEO Jamie Dimon, che è riuscito a sfondare il settore dei mutui con un +2 miliardi rispetto all’anno precedente, grazie anche alla scelta – da parte di una folta platea di famiglie, di procedere a operazioni di rifinanziamento.

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IBM compra Varicent Software

 Stando a quanto emerge a mezzo stampa, la IBM (International Business Machine) avrebbe accettato di concludere un accordo che la porterà a rilevare la società Varicent Software, una compagnia canadese specializzata nella realizzazione di software di analisi dati e statistiche, che dovrebbe aiutarla a poter gestire al meglio le performance di vendita e di remunerazione delle proprie strutture.

Grazie a questa transazione, l’esperienza e la competenza della Varicenti potrebbe terminare all’interno dei piani alti della IBM, permettendo alla società di poter determinare i carichi di lavoro e le retribuzioni della forza lavoro in maniera più idonea al perseguimento dei propri programmi aziendali. La transazione è stata recentemente confermata dalla stessa società americana in un comunicato stampa pubblicato ad Armonk, New York, sede della IBM, che non contiene tuttavia gli attesi dettagli economici dell’operazione.

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