Ricavi Dell sotto le stime degli analisti

 Deludono i conti previsionali di Dell. La società ha pubblicato stime sull’andamento dei ricavi del secondo trimestre fiscale dell’anno in grado di posizionarsi al di sotto degli auspici degli analisi. L’azienda ha infatti previsto ricavi nel trimestre in conclusione a luglio pari a 14,7 – 15 miliardi di dollari, contro una media delle osservazioni dei principali analisti di mercato pari a circa 15,4 miliardi di dollari.

La motivazione di questo ribasso nelle previsioni di Dell è tutta da ricercarsi nella crisi che si è abbattuta sul sistema economico internazionale: “Nelle nostre interazioni con i grandi clienti assistiamo a ritardi e pause nelle attività di spesa e di investimento” – ha dichiarato recentemente il chief executive officer Michael Dell durante una recente intervista rilasciata ad alcuni analisti americani.

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Msc Crociere punta a un aumento dei passeggeri nel 2012

 Ventitre punti percentuali di incremento non sono certo uno scherzo, ma Msc Crociere ha deciso di fissare in questi termini quantitativi i propri obiettivi per l’anno attualmente in corso: in effetti, come dichiarato da Domenico Pellegrino, direttore generale della nota compagnia di navigazione, il 2012 dovrà essere caratterizzato da un rialzo del genere per quel che concerne il totale dei passeggeri, anche perché i primi tre mesi hanno fatto già registrare un incoraggiante +7%. Volendo essere più precisi, questa performance può essere tradotta in 1,5 milioni di passeggeri in più, dunque si cerca di andare oltre la crisi economica e quella del settore (è ancora vivo il ricordo della tragedia della Costa Concordia).

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Morgan Stanley ancora accusata per il flop Facebook

 La delusione del flop dell’Ipo Facebook proprio non è andata giù agli investitori che hanno creduto al successo finanziario (poi, smentito) del social network più famoso del mondo. Quotata a 38 dollari, balzata rapidamente a oltre 42 dollari, il titolo ha poi intrapreso una lunga e ripida strada di deprezzamento che ha coinvolto l’intera prima settimana di negoziazione post – prima offerta pubblica. E, nell’occhio del ciclone, è finita Morgan Stanley.

La banca d’affari americana ha infatti guidato l’intero processo di quotazione di Facebook, presentando agli investitori una società solida e in crescita. Peccato che, nel contempo, un suo analista pubblicasse una revisione sulle stime dei ricavi (al ribasso, da più di 5 miliardi di dollari, a circa 4,85 miliardi di dollari per l’intero 2012). Quanto basta per far scattare le indagini da parte della Financial Industry Regulatory Authority, che vuole accertare se la banca d’affari abbia “selettivamente” scelto i clienti da informare sulle reali condizioni previsionali di Facebook.

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Google acquista Motorola Mobility

 Non è stato facile, indolore e rapido, ma dopo diverso tempo, finalmente, Google è riuscita a metter mano sulla Motorola Mobility. Un altro tassello va così a porsi all’interno del mosaico prodotti del motore di ricerca, che cerca di perseguire una strategia di crescita sostenibile sia sul mercato locale che su quello internazionale, respingendo l’agguerrita concorrenza di buona parte dei principali competitors su territorio nazionale.

Il motore di ricerca acquista infatti, con l’obiettivo di migliorare la sua posizione su piattaforme mobili, la divisione di Motorola. Il prezzo, pari a 12,5 miliardi di dollari, spinge la transazione ad essere una delle più importanti dell’anno nel comparto di riferimento, e giunge a ultimazione di un lungo processo (oltre un anno dall’annuncio originario), determinato dalle lungaggini burocratiche resesi necessarie dall’ottenimento delle opportune autorizzazioni dell’Antitrust.

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Unicredit e Ance unite dall’internazionalizzazione delle pmi

 Unicredit e l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) non sono mai stati così vicini come in questo momento: in effetti, è stato appena siglato un importante accordo tra il celebre istituto di credito e l’ente in questione, con Federico Ghizzoni, amministratore delegato del gruppo di Piazza Cordusio, e Paolo Buzzetti, numero uno dell’associazione, a sugellare il tutto. L’intento è quello di sfruttare al massimo tutte quelle opportunità che si presentano attualmente a livello di mercati internazionali. Ma di cosa si tratta con precisione e quali sono i vantaggi che potrebbero essere conseguiti? L’impegno dei due attori menzionati è preciso, si vuol dar vita a una sinergia che possa essere il più concreta e efficace possibile per quel che concerne il territorio.

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Banca Sella dà il via alle serate digitali di Biella

 Banca Sella sta per dare il via a una importante serie di incontri che si svolgeranno in diverse città-studio: l’intento è quello di avvicinare il più possibile professori di università, esperti del mondo digitale e le società italiane e straniere. Non è un caso, dunque, che la partecipazione sia già stata garantita da nomi commerciali celebri come Google, Ebay, Vodafone e Aruba.it. Insomma, l’istituto di credito piemontese ha capito come l’economia di internet sia un business in continua crescita e da sfruttare, cercando di incrementare la produttività e l’efficienza delle aziende e facendone magari nascere di nuove. Gli attori protagonisti di tutto questo saranno, oltre alla stessa Banca Sella ovviamente, il Comune di Biella e le istituzioni locali, per quelle che sono già state ribattezzate come le “serate digitali”.

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Utili in calo per Vodafone

 Vodafone ha subito una pesante flessione degli utili dal bilancio d’esercizio chiuso al 31 marzo 2012. A pesare significativamente sul bilancio della compagnia telefonica, è stata la contrazione del giro d’affari e della redditività delle strutture in Italia e in Grecia. Una situazione che tuttavia non dovrebbe nuocere alla crescita di medio termine della compagnia, ma che apre margini di interpretazione piuttosto ampi sul fronte della redditività di breve termine.

Ne è conseguita la chiusura dell’esercizio con utile netto di gruppo in calo del 12,7% a poco meno di 7 miliardi di sterline, e un utile adjusted per azione pari a 14,91 pence (in flessione di 11 punti percentuali). I ricavi sono saliti dell’1,2 per cento a 46,4 miliardi di sterline, mentre l’Ebitda è sceso dell’1,3 per cento a 14,5 miliardi di sterline.

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Riassetto Edison: Masi si dimette dal ruolo di Cfo

 Il riassetto azionario di Edison ha già prodotto una prima conseguenza: si tratta della cessazione dell’incarico di direttore finanziario da parte di Massimiliano Masi, come è stato comunicato nelle ultime ore dalla stessa compagnia energetica. Il ruolo in questione sarà ora assunto ad interim da quello che è l’amministratore delegato della spa milanese, Bruno Lescoeur. L’esperienza di Masi presso la seconda compagnia del nostro paese per quel che concerne tale settore è stata davvero breve. In effetti, la nomina come chief financial officer (Cfo) risale allo scorso mese di settembre, con l’incarico vero e proprio che è stato assunto il 1° ottobre del 2011. Questo vuol dire che si è trattato di appena sette mesi di attività.

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Prada, 260 nuovi negozi nei mercati emergenti

 Prada, la celebre spa milanese della moda, sta pianificando nel dettaglio l’introduzione di 260 nuovi negozi nel corso dei prossimi tre anni nei principali mercati emergenti: in effetti, l’obiettivo è proprio quello di venire incontro alle richieste di paesi come il Brasile, la Cina e l’intera area del Golfo Persico. Come ha sottolineato opportunamente Patrizio Bertelli, ad del gruppo quotato a Hong Kong, il 2012 sarà caratterizzato da cento nuove strutture, mentre sia nel 2013 che nel 2014 le aperture in questione saranno ottanta. Si tratta di numeri molto importanti e ambiziosi, soprattutto se si tiene conto che i nuovi negozi avviati nel corso del 2011 sono stati settantacinque.

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Banche europee a rischio

 Banche europee a rischio? La risposta è positiva, secondo il Wall Street Journal, tanto che all’interno dell’Unione Europea starebbero considerando l’introduzione di un piano comunitario di garanzie sui depositi, che si andrebbe a sommare a quelli nazionali già esistenti. “Non è ancora chiaro quanto sia stato sviluppato il piano” per offrire garanzie ai depositi, ha riportato il quotidiano finanziario americano tra le sue pagine.

Più precise le considerazioni di Stefan Nedialkov, analista di Citigroup, secondo cui le banche dei Paesi a maggior rischio (Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna) potrebbero perdere tra 90 e 340 miliardi di euro di depositi se la Grecia uscisse dall’area euro. Ad essere più colpita sarebbe la Spagna, con perdite che potrebbero arrivare fino a toccare la straordinaria cifra dei 130 miliardi di euro.

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