Obbligazioni a rischio per tapering BCE?

Oggi sarà una giornata di quelle che verranno ricordate a lungo in ambito economico europeo: Mario Draghi dovrebbe prendere la parola oggi per spiegare come la BCE intenda gestire la graduale uscita dal quantitative esasing.

E tutti si aspettano una sorta di road map che possa aiutare ad indicare la strada agli investitori, sia dal punto di vista monetario che per ciò che riguarda le obbligazioni. E non si può fare altro che chiedersi: il tapering della Banca Centrale Europea metterà a rischio le obbligazioni?

L’economia europea è da tutti considerata in ripresa e da questo punto di vista autosufficiente. A preoccupare è principalmente il livello di inflazione, più basso delle aspettative e l’aggiuntivo tapering che si vuole far partire. Come spiega Viktor Nossek, Director of Research di WisdomTree in Europa:

Ciò potrebbe danneggiare il sentimento sui mercati obbligazionari ben prima delle pressioni inflazionistiche, sempre che queste ultime si concretizzino in misura rilevante. In assenza di rischi d’inflazione nel breve periodo, l’evento è potenzialmente molto ribassista per i mercati obbligazionari. Se anche Mario Draghi lasciasse solo presagire un ulteriore ridimensionamento futuro del Qe, ciò potrebbe ripercuotersi negativamente sui mercati obbligazionari ben al di là dell’annuncio medesimo.

Secondo l’analista è un quadro realizzabile anche senza che la BCE quantifichi la riduzione degli stimoli. La storia ha già visto accadere qualcosa di simile 4 anni fa: la reazione dei treasury decennali dopo che l’ex presidente della FED Ben Bernanke fece lo stesso nel 2013 è ancora vivida. Secondo Nossek, a rischiare di più sarebbero i titoli di stato tedesco che non sono solo importanti a livello nazionale ma dei fondamentali macro economici del continente, apparsi tra i più volatili dell’Eurozona a quanto pare, proprio “scoraggiati” dalla temporaneità del quantitive easing.

 

 

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