Le aziende con la migliore brand reputation: Rolex al primo posto

Se si parla di reputazione, Ferrero è la prima impresa italiana. Ma si trova al diciottesimo posto. La seguono a ruota Armani, Pirelli, Barilla e Lavazza. E’ quanto evidenzia il ‘Global RepTrak’ che viene stilato ogni anno dal Reputation Institute.

Stando al rapporto, questa voce vale una crescita compresa tra il 27 e il 37% per redditività e margini. A livello globale la prima azienda è Rolex. Sul podio ci sono poi Walt Disney e Google: Volkswagen, che l’anno scorso era settima, con il ‘dieselgate’ è crollata al 123esimo posto.

La classifica – che ogni anno viene diffusa da Forbes – viene redatta con indagini su campioni dei consumatori nei Paesi del ‘G8’, i quattro ‘Bric’, più Corea del Sud e Messico. “Abbiamo condotto uno studio negli Stati Uniti sui bilanci pubblici delle società quotate, dividendo quelle sopra la media reputazionale e quelle sotto: ne è emerso che quelle sopra media hanno una crescita di parametri come il Return on equity e il rapporto tra valore d’impresa e il margine operativo lordo superiore alle altre tra il 27 e il 37%”, spiega Michele Tesoro, amministratore delegato di Reputation Institute Italia, Svizzera e Medio Oriente.

A livello mondiale Rolex, la migliore del 2016, l’anno scorso era quarta, con un forte passo avanti anche per Walt Disney (era sesta), mentre Google ha perso una posizione. Bene Microsoft (da 11esima a settima), in pesante calo Bmw (che ha perso il primato 2015 per l’attuale quarto posto) e Daimler (da terza a quinta): entrambe hanno pagato indirettamente il ‘dieselgate’, con Volkswagen che è crollata dal 14esimo (rpt. 14esimo) posto addirittura fuori dalle prime 100.

In Italia Ferrero è leggermente migliorata dal 20esimo posto del 2015, Armani dal 37esimo, mentre Barilla si sta progressivamente riprendendo dalle dichiarazioni del settembre 2013 del presidente Guido Barilla sull’intenzione di utilizzare nella propria pubblicità solo famiglie tradizionali e non coppie omosessuali: dal 34esimo posto del 2013 il gruppo alimentare era crollato alla 55esima posizione l’anno successivo, per risalire alla 46esima l’anno, fino alla 43esima attuale. Secondo Reputation Institute, i valori di Borsa degli ultimi sei anni dei 20 grandi gruppi italiani con un alto punteggio reputazionale sono in media raddoppiati, mentre l’indice Ftse Mib è rimasto praticamente fermo.

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