Investire in beni di lusso: il parere di Gianmaria Panini di Geneve Invest

Il periodo di sfiducia nei confronti del mercato, fa da tempo pendere la bilancia verso la ricerca di investimenti a basso rischio, soluzioni in grado di garantire la protezione del potere d’acquisto e di mantenere un margine di sicurezza adeguato rispetto al capitale investito. Un obiettivo non semplice, certo, ma nemmeno impossibile, soprattutto se ci si affida a professionisti in grado di comprendere le esigenze dei clienti e con una profonda conoscenza del mercato e delle sue logiche. Una delle opportunità di investimento percorribili in questo senso è quella dei cosiddetti passion investments, proposte del mercato legate, appunto, a passioni concrete e non a prodotti finanziari puri, dunque oggetti di lusso da collezione, opere d’arte, orologi, pietre preziose, automobili, antiquariato, monete, vini: tutti elementi con un importante valore economico e rispetto ai quali il mercato ha registrato una crescita ponderale importante dei flussi di investimento.

Di questo settore e di come tale aumento sia in qualche modo legato anche alla crescita delle economie emergenti abbiamo discusso con Gianmaria Panini, responsabile per il mercato italiano del gruppo Geneve Invest, società di gestione patrimoniale che, in virtù della propria indipendenza e degli ottimi risultati conseguiti nel corso dell’ultimo decennio, sta consolidando definitivamente la propria presenza in Europa:

“La diversificazione è il segreto di ogni buon investimento. Questo significa che per poter approcciarsi al mercato in maniera efficace è necessario lavorare su uno spettro di possibilità di investimento molto ampio, ragionando su strategie personalizzate e completamente indipendenti. In questo senso i beni di lusso costituiscono certamente un asset in grande crescita, che in generale è possibile tenere in considerazione proprio per quanti vogliano investire ponendosi come obiettivo chiaro quello della varietà del proprio portafoglio. Per comprendere meglio di che giro di affari stiamo parlando faccio un esempio chiaro: lo scorso luglio la casa d’asta Bonham ha venduto una Mercedes Benz W196 per il prezzo record di 20 milioni di sterline, una cifra che rende perfettamente l’idea di quali siano i volumi e le prospettive per questo settore del mercato finanziario. Restando sul comparto delle auto d’epoca, secondo il Coutts Index, il rendimento per il periodo 2005-2013 ha raggiunto il 257%, superando di gran lunga gli orologi da collezione, che hanno comunque restituito una performance del 176%.

 Sicuramente per addentrarsi in questo mercato con solidità e strategia è più semplice lavorare con società indipendenti, con gruppi che permettano ai clienti di sfruttare a proprio vantaggio una capacità di analisi del settore profonda, indipendente ed ampiamente diversificata. Auto storiche, monete preziose, numismatica, opere d´arte, – continua Gianmaria Panini –  possono infatti garantire, all´interno di un pacchetto di soluzioni di investimento ben solidamente congeniato, ottime rendite, a patto però che vi sia dietro una logica di investimento chiara ed una pianificazione strategica ben sviluppata, per quanto si tratti, infatti, di un mercato a prima vista più semplice, è comunque estremamente importante lavorare dentro un quadro operativo accuramente strutturato ”

Uno studio realizzato dall’Economist ha misurato le performance del mercato dei passion investments, raccogliendo le performance di vari asset e mettendoli insieme, così da simulare un reale portafoglio composto da tutti questi strumenti, e creando quindi una sorta di “valuable index”, un termine di riferimento valutabile. Le performance rilevate, per quanto solo ipotetiche, parlano di +211% dal 2003 ad oggi, a fronte di una performance del MSCI World del +147%, e di un +54% dal 2009.

“La ricerca di strumenti con cui diversificare i portafogli degli investitori ha indotto numerose case di investimento a creare dei fondi dedicati a questo tipo di beni, soluzioni finanziarie che il mercato mette ormai a disposizione, ma che solo con una programmazione di investimento strategica ed individuale, possono essere percorse. – spiega ancora Gianmaria Panini di Geneve Invest – Direi che il rischio di investire nei prodotti sbagliato è infatti altissimo, in virtù della complessità che caratterizza questo genere di mercato in termini di trasparenza, costi e liquidità. In generale vi è una difficoltà pratica, da parte di quelli che potremmo definire “investitori comuni”, nel poter accedere a tale tipologia di investimento acquistando direttamente un bene di lusso. Si tratta infatti di un settore estremamente elitario e ristretto, che ha bisogno di un profondo lavoro di analisi ed intermediazione per risultare funzionale ed effettivo.”

 

È infine importante sottolineare anche un altro dato, che è quello relativo alla domanda proveniente soprattutto dai Paesi Emergenti e, in primis, dalla Cina, per il settore dei beni di lusso, una circostanza che ha visto incrementare notevolmente la spesa in questo asset e che rende ancora più concretamente l´idea di quanto sia ormai fondamentale indirizzare i propri investimenti verso realtà di gestione indipendenti che permettano la costruzione di un portafoglio altamente diversificato e con strategie operative misurate a livello individuale.

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